Con la primavera, nell'Isola è arrivata una grande stagione di concorsi pubblici. Centinaia di nuovi posti fissi, si torna al passato, si offre un'assicurazione sulla vita ai fortunati vincitori (purtroppo troppo pochi rispetto al plotone di affamati di lavoro) e addio alla favoletta che flessibile è bello. Si assume alla Regione, in Consiglio regionale, nelle Agenzie, nei Comuni. Appena allentate le maglie strette imposte dallo Stato sul blocco del ricambio, ecco subito spuntare dai cassetti le piante organiche piene zeppe di persone che non ci sono, e via al reclutamento. È vero che da anni era tutto fermo, che non si è investito abbastanza in formazione e aggiornamento, che l'età media del personale è alta, che troppi contratti derivano da raccomandazioni e non da capacità e voglia di lavorare, che c'è tanta inefficienza e tempi lunghi nelle risposte ai cittadini. Ma è anche vero che i numeri e i costi della macchina burocratica sono spaventosi. Però "mancano intelligenze, forze fresche, competenze adeguate, tecnici, gente motivata in grado di ridare sprint all'amministrazione" - ripetono tutti. Amministratori, politici, sindacati, sono ultracontenti: basta con l'austerità. Unica voce contro è quella delle imprese: l'impiego pubblico ancora come ammortizzatore sociale e serbatoio di voti?

LA REGIONE - "Non abbiamo pochi dipendenti, ma la realtà è che spesso sono male allocati, che mancano figure specifiche e l'età di quelli in servizio si è molto sollevata", dice Filippo Spanu, assessore al Personale. "Dobbiamo mettere la macchina nelle condizioni di lavorare al meglio, le carenze si sentono soprattutto tra i funzionari".

La Regione ha - tra amministrativi, dirigenti e corpo forestale (escluse agenzie e società partecipate) - circa 3800 dipendenti a tempo indeterminato, che costano più o meno 260 milioni di euro l'anno.

"Le posizioni scoperte sono 450", sottolinea Spanu, "56 quelle dei dirigenti. Finalmente dopo dodici anni riprendiamo a fare i concorsi. Ci sono risorse per 9,5 milioni per le assunzioni".

Ovviamente "prima si procede alla riorganizzazione interna, poi, con la legge 37 sul superamento del precariato faremo le stabilizzazioni (su questo dovremo siglare un'intesa con il governo, per ora abbiamo fatto un avviso per chiedere le autocertificazioni). Ancora: in estate partirà la mobilità esterna e poi si farà il concorso. Contiamo, entro il 2018, di assumere 150 nuovi funzionari più 13 dirigenti, per questi, concorso a maggio. Le graduatorie resteranno aperte per tre anni. Altri 35 posti sono riservati alle categorie protette".

L'intervista all'assessore Spanu - VIDEO:

IL BILANCIO - Raffaele Paci, assessore al Bilancio, l'ha ripetuto spesso: «Il compito della politica non è quello di creare posti di lavoro". E ora? La politica non sta creando posti di lavoro? «Ma no, non è questo che intendevo», risponde il professore, "volevo dire che non spetta al pubblico essere impresa che produce beni e servizi. Avevo in mente i tempi dell'Eni, dell'Iri. Il concorso in Regione invece è un segnale importante, da quanto non se ne facevano? Servono nuove competenze e stiamo seguendo la strada maestra del concorso pubblico, quindi, massima trasparenza, non ingressi con selezioni mascherate e poi stabilizzazione". Così, dice la delibera della Giunta, cercansi professionisti con competenze economico-finanziarie, su gare e appalti, su politiche sociali e istruzione, sulla tutela della salute, in comunicazione istituzionale, data scientist, informatici, ingegneri (ambientali, idraulici, civili trasportisti), architetti, geologi.

FORESTAS - A Forestas hanno un esercito di circa 4300 dipendenti e un deficit ufficiale di 320 persone. "Abbiamo due vincoli: il turn over al 25% e la stabilizzazione che ci impone di assumere operai. Purtroppo il capitale umano invecchia ma non abbiamo le risorse per rinnovarlo e per fare di Forestas il motore di un vero piano di rinascita della zone interne", spiega l'amministratore unico, Giuseppe Pulina. "A concorso ci sono, come primo step, da 13 a 26 posti di quarto livello, a seconda del transito dalle province, la metà di esterni", aggiunge, "abbiamo ricevuto 8200 domande, le stiamo protocollando. Sarà una selezione di dimensioni pazzesche, che ci costerà 100mila euro, e non garantirà che passeranno i migliori, avremo moltissimi ex aequo".

LE IMPRESE - "Esprimiamo perplessità su questa stagione di concorsi pubblici, l'invadenza della burocrazia in Sardegna è a livelli allarmanti", dice il presidente di Confindustria Alberto Scanu.

"La strada giusta sarebbe quella di sbloccare completamente il turn over e tagliare la spesa pubblica per ridurre la pressione fiscale. Insomma, ci sembra un'anomalia, la spending review si fa sempre soltanto a parole.
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