Sui bonifici sospetti che ruotano intorno alla Uil sarda e sul ruolo avuto dalla segretaria generale e dalla tesoriera del sindacato indaga la polizia giudiziaria.

In attesa dei risultati degli investigatori, per la prima volta da quando è esplosa la "bomba" interviene il Banco di Sardegna.

LA VICENDA - "A seguito delle notizie riportate dalla stampa riguardo bonifici a favore di istituzioni estere disposti nella filiale di Villanova Monteleone e in quella di Putifigari su conti correnti intrattenuti da alcuni clienti", il Banco di Sardegna spiega che "alla fine dell'anno passato il direttore della filiale di Villanova Monteleone segnalò alcune anomalie nelle procedure per le operazioni sopra descritte. Gli accertamenti ispettivi hanno rilevato che le anomalie erano state importanti e gravi tali da provocare il procedimento disciplinare definito con il licenziamento dell'impiegato autore dei bonifici. Contro questo provvedimento non è stata proposta opposizione alcuna nei termini previsti dalla legge".

INFORMATA BANKITALIA - Aggiunge in una nota l'istituto di credito: "Naturalmente, nel rispetto della vigente normativa antiriciclaggio, il Banco di Sardegna ha proceduto a effettuare le doverose segnalazioni e, a tutela dell'interesse generale, ha ritenuto assolutamente indispensabile presentare un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari con la descrizione circostanziata e documentata di quanto emerso dalle verifiche ispettive. Nell'esposto è assente qualsiasi tipo di giudizio, valutazione o accusa nei confronti di privati o di istituzioni. Il Banco di Sardegna rimane in attesa dei risultati dell'indagine di Polizia giudiziaria attualmente in corso".

I PRIMI SOSPETTI - La denuncia alla magistratura - firmata dal direttore generale del Banco, Giuseppe Cuccurese - è datata 20 dicembre 2016. I movimenti bancari considerati ambigui partono da due piccole agenzie del Banco di Sardegna, destinazione Ginevra e Bratislava. Dai conti correnti della Uil e della segretaria generale Francesca Ticca sarebbero partiti dei bonifici su conti in Svizzera e in Slovacchia.

Le operazioni sono state eseguite da Achille Antonio Cadeddu, allora dipendente della filiale di Villanova Monteleone, in seguito licenziato dall'istituto di credito.

La vicenda è raccontata nel corposo esposto alla magistratura. Dieci bonifici esteri per un importo complessivo di poco superiore ai 300 mila euro, e in questa somma anche 76 mila euro depositati nel conto "Uil Sardegna - Emergenza 2013", che potevano essere destinati alle popolazioni colpite da Cleopatra. È stato Emanuele Cugusi, direttore dell'agenzia di Villanova Monteleone, il primo a insospettirsi e a chiedere spiegazioni al collega che aveva firmato le transazioni. Poi, la segnalazione alla direzione generale della banca, che avvia i controlli e in seguito si vede costretta a licenziare l'impiegato che aveva eseguito i bonifici.

SOLDI IN SVIZZERA - Dalle ispezioni interne è emerso che dal conto "Uil Sardegna - Emergenza 2013", in tre distinte operazioni sono stati trasferiti i fondi sul conto della Lobrano e da qui, su quello della "Premier Relations ltd" nella Cim Bank di Ginevra, Svizzera. In Procura massimo riserbo. Nessuna comunicazione su chi è stato iscritto nel registro degli indagati e sulle ipotesi di reato.

LA DIFESA - Francesca Ticca ha fatto sapere di aver presentato a gennaio scorso una denuncia contro Achille Antonio Cadeddu e che sua moglie, Angela Lobrano (la tesoriera della Uil) ha fatto altrettanto. Inoltre - secondo la segretaria generale - i fondi di quel conto chiamato "Emergenza 2013" non servivano per aiutare i sardi colpiti dal ciclone, ma per sostenere iscritti in difficoltà o per altre situazioni difficili in cui il sindacato può eventualmente trovarsi.

Secondo l'avvocato di Ticca e Lobrano, Nanni Campus (studio a Sassari) la responsabilità della vicenda sarebbe tutta dell'impiegato infedele della banca, che avrebbe svuotato conti correnti e trasferito il denaro in Svizzera e in Slovacchia.

Cristina Cossu
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