L’Ue ha acceso un faro sugli aumenti dei biglietti aerei per Sardegna e Sicilia: ticket più cari anche del 30% in quattro anni e profitti eccezionali sui quali le compagnie sono chiamate a fornire elementi di valutazione.  Ora la Commissione europea vuole vederci chiaro, senza spingersi a intervenire su un mercato «funzionante», ma chiedendo «una spiegazione dettagliata e completa» ai vettori. Nel timore che la tendenza al rialzo delle tariffe possa colpire le regioni periferiche, come le isole, che del trasporto aereo vivono per continuare a essere collegate con il resto del Continente.

Una pressione esercitata da un'indagine dei servizi della commissaria responsabile, Adina Valean, che - dopo il duro confronto agostano sulla stretta al caro-voli del decreto Asset - trova il favore di Roma e dei consumatori rappresentati da Codacons e Assoutenti. E che arriva mentre in Italia i prezzi per raggiungere la Sicilia e la Sardegna salgono alle stelle in vista del Natale.

Il faro di Bruxelles è puntato sulle anomalie di lungo termine del mercato dopo le restrizioni del Covid: sembra ancora mancare una causa  definita oltre al boom dei viaggi e ai problemi nelle catene di approvvigionamento innescati dal contesto geopolitico.

Per questo la squadra di Valean è «in dialogo permanente» con un'industria che fa cassa. Nel caso di Ryanair - tra le più agguerrite contro il tetto ai prezzi italiano -, l'esercizio 2022/2023 ha permesso di ritrovare l'utile chiudendo con un risultato netto positivo per 1,31 miliardi, contro la precedente perdita di 241 milioni. Da parte dell'Ue non ci sarà comunque nessun intervento sul libero mercato, anche perché l'esecutivo non può agire «come regolatore nella microgestione dei prezzi o imporla», uno scenario che Valean stessa considera di fatto «non realizzabile» e nemmeno «auspicabile».

Le pratiche dei prezzi devono essere però, nei principi cardine comunitari, accessibili e volte a non ostacolare la connettività. Una linea che, plaude il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, «si muove sulla rotta indicata dall'Italia». A partire dalla quale Roma e Bruxelles possono andare «avanti, insieme, per un servizio migliore, in trasparenza e nel rispetto delle regole» 

A sperare che la verifica Ue porti comunque a un'azione incisiva sono i consumatori,  con il Codacons che chiede «un intervento comune a livello europeo per bloccare gli algoritmi» e Assoutenti che invoca «sanzioni esemplari verso le compagnie scorrette». 

(Unioneonline)

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