Cambio di operatore dell’energia? Attenzione alle truffe durante lo switching
Durante il passaggio da un fornitore all’altro è possibile ricevere chiamate fraudolente che portano all’attivazione di contratti non richiestiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Bolletta della luce troppo alta? Nel mercato libero è sempre possibile cambiare operatore e optare per (possibili) condizioni migliori (salvo che non si siano sottoscritti contratti che garantiscono determinate tariffe ma collegate a una minima durata del rapporto). Ma attenzione. Nella fase dello switching, ossia quella del passaggio da un operatore all’altro, si annidano delle insidie e il consumatore è esposto a possibili truffe, con la possibile attivazione di servizi non richiesti.
Il possibile raggiro passa anche in questo caso da una telefonata. I dati dell’utente in questa fase transitano da un database all’altro. E in questo passaggio non sono escluse cessioni fraudolente. Quando gli elementi sulle nostra richiesta finiscono nelle mani sbagliate, la chiamata diventa certa.
A spiegare il meccanismo è l’Unione nazionale consumatori. «Essendo in fase di switching, il consumatore non sospetta che una chiamata del vecchio o del nuovo operatore sia fraudolenta, ma crede che faccia parte della procedura», viene spiegato, «del resto, sono a conoscenza dei nostri dati, quindi la chiamata è autentica. Come farebbero, altrimenti, a sapere che stiamo cambiando operatore?»
Una volta ottenuti i dati dell’utente in fase di switching, spiegano dall’Unc, «i truffatori lo contattano presentandosi come rappresentanti del fornitore o di enti ufficiali come Arera, l’Autorità che regola il settore dell’energia, o il Ministero. Tutte le telefonate fraudolente hanno una cosa in comune: l’urgenza. I truffatori cercano sempre di spingere la vittima a compiere azioni velocemente, perché se non lo fanno si vedranno staccata la fornitura o dovranno pagare una penale».
Durante il colloqui potrebbero essere richiesti dati che identificano la fornitura, come il Pod. E a quel punto ci si potrebbe trovare titolari di un contratto mai attivato volontariamente.
«Spesso si scopre di essere stati truffati solo quando si riceve la prima bolletta dal fornitore non scelto, settimane, ma anche mesi, dopo la telefonata», avvertono dall’associazione. E il consumatore, oltre al danno la beffa, «deve così attivarsi velocemente per fare reclami e disconoscimento del fornitore e potrebbe essere costretto anche a pagare una penale per il recesso anticipato dal precedente fornitore».
Mai rilasciare quindi indicazioni sulla fornitura a operatori non qualificati o se non si ha la certezza di un’interazione con gli uffici preposti: meglio sempre chiudere le chiamate e contattare personalmente i numeri ufficiali di compagnie o enti del settore elettrico.