Via Ghibli, si cerca la prova decisiva: al via gli esami su telefoni, impronte, resti alimentari e sostanze chimiche
Gli indizi ci sono e sono pesanti, manca la “pistola fumante”: da oggi al lavoro gli specialisti del RisPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Gli indizi ci sono e sono pesanti (dalla bugia smentita dalla testimone sul fatto di essere andato a casa dei genitori la mattina del 5 dicembre ai passaggi di denaro sul suo conto), quelle che mancano – almeno per il momento – sono le prove che l’ex agente di commercio Luigi Gulisano e sua moglie Marisa Dessì, di 79 e 82 anni, siano stati uccisi dal figlio minore, Claudio, fermato a fine dicembre perché sospettato di aver avvelenato i genitori.
Da questa mattina gli specialisti del Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri iniziano ad analizzare, alla ricerca della “pistola fumante”, la montagna di reperti sequestrati in quattro sopralluoghi: esami irripetibili su telefoni, resti alimentari, impronte digitali, sostanze chimiche e oggetti prelevati dall’abitazione dove – il pomeriggio del 5 dicembre – proprio il figlio 44enne della coppia aveva trovato i genitori senza vita, riversi nello studio della casa.
Presenti anche gli avvocati dei due fratelli Gulisano: il legale Luigi Sanna difende Claudio, in cella da quasi due settimane, mentre il collega Gianluca Aste assiste il maggiore, Davide (46 anni), non indagato e ritenuto dalla Procura una parte offesa.
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