Si incendia la polemica tra Regione e pazienti fragili, dopo che il presidente Christian Solinas ha affermato che in quella categoria ha detto sì al vaccino solo un paziente su 4.

A confermare il dato è l’Ats in una nota diffusa in serata: “In merito alle dichiarazioni sui numeri delle telefonate effettuate per le chiamate destinate alla vaccinazione dei soggetti affetti da disabilità gravi e soggetti ad elevata fragilità, è importante chiarire che il numero comunicato dal Cup Web di Ats Sardegna, pari a 14.413 telefonate con 3.274 prenotazioni, corrisponde a dati veri, certificati e rendicontabili. Solo poco più di 3mila hanno risposto alla chiamata, il che vale a dire che molti pazienti hanno rifiutato il vaccino”.

Nello specifico, fa sapere ancora l’Ats, “su oltre 14mila telefonate 3.274 pazienti hanno accettato la vaccinazione; per la restante parte, alcuni hanno rifiutato di vaccinarsi, una parte ha chiesto di non fare il vaccino nell’immediato o necessita di un consulto con lo specialista di fiducia o ha richiesto il vaccino a domicilio. Sono ricompresi in questa restante quota anche i numeri errati, inesistenti o di persone che si sono spostate negli ultimi anni dall’Isola”.

TEMUSSI: “NESSUNA ACCUSA” – “Si tratta di un target difficile da raggiungere, che deve essere raggiunto con la collaborazione di tutti i medici di medicina generale, come avviene in tutte le altre Regioni – le parole di Massimo Temussi, Commissario straordinario Ats Ares Sardegna. - La comunicazione dei dati non voleva certo essere un atto di accusa a tutti coloro che, a vario titolo e ciascuno secondo le proprie motivazioni, hanno rifiutato la vaccinazione; piuttosto una dichiarazione che lascia intendere la necessità di una maggiore attenzione verso questi target e anche una ridefinizione del percorso per raggiungerli. I rifiuti sono stati molti e svariati, ma i soggetti ad elevata fragilità, in particolare tutti coloro che rifiutano perché necessitano di un consulto specialistico o perché allettati, non possono certo essere oggetto di strumentalizzazioni”.

NIEDDU: “NON NASCONDIAMO I DATI” – Sul caso interviene anche l’assessore alla Sanità Mario Nieddu: "I dati sull'attività delle chiamate per l'adesione dei pazienti a elevata fragilità e dei soggetti con disabilità grave ci vengono trasmessi dall'Ats, così come certificati dalle segreterie CUP, che si occupano materialmente di contattare, in questa fase, i cittadini appartenenti a determinate categorie vulnerabili”.

"Dal 22 aprile – spiega –  le persone che rientrano in questi gruppi vengono contattate direttamente”. Il dato delle mancate adesioni “include i rifiuti, ma anche situazioni con persone che, per diversi motivi, non hanno fornito la propria disponibilità immediata a essere vaccinate”.

"La campagna di vaccinazione è affrontata con il massimo impegno e totale serietà – sottolinea – Non nascondiamo i dati sotto al tappeto, ma cerchiamo di interpretarli, di comprendere le dinamiche e agire di conseguenza. Non abbiamo mai sottovalutato alcun aspetto e non lo faremo sicuramente ora nel momento più delicato della campagna di vaccinazione. Dispiace che, come già accaduto in passato, qualcuno si lasci andare a strumentalizzazioni. Il nostro obiettivo resta quello di vaccinare tutta la popolazione nel tempo più breve possibile. L'attenzione per i fragili è massima, raggiungeremo tutti con ogni mezzo. Questa è una battaglia che riguarda ogni cittadino della nostra Isola". 

I PAZIENTI: “FALSO” – I diretti interessati negano di aver rifiutato in massa il vaccino, anzi sostenendo che da mesi l’accesso alla dose è una vera odissea, tanto che un gruppo spontaneo formato da persone fragili per patologia e loro familiari sta valutando una possibile class action.

"E' stato detto che i pazienti fragili, a causa dei loro ripetuti rifiuti a sottoporsi alla somministrazione di determinati vaccini, sarebbero l'origine del caos organizzativo che coinvolge la campagna vaccinale a livello regionale - scrive il gruppo - invece i pazienti fragili sardi, come anche evidenziato dalla stampa locale e nazionale, hanno trovato enormi difficoltà nel riuscire ad avere accesso alle vaccinazioni".

"Le difficoltà si sono concretizzate nell'impossibilità di prenotazione tramite il portale allestito dalla Regione organizzato originariamente solo per fasce di età, nelle mancate risposte dalle tante numerazioni telefoniche di supporto - si legge in una nota - nelle mancate convocazioni da parte dei reparti ospedalieri e dai Servizi Sanitari competenti per territorio, nelle evidenti discordanze delle tabelle regionali per l'individuazione delle patologie prioritarie se comparate a quelle ministeriali, nel mancato rispetto in taluni casi delle disposizioni emanate dal Commissario Straordinario, nel mancato coinvolgimento dei medici di base capaci di segnalare correttamente ciascun paziente per conoscenza diretta della sua anamnesi, terapia, codice di esenzione, oltre che di somministrare in prima persona i vaccini nei propri ambulatori o a domicilio".

(Unioneonline/D)

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