Un tuffo nel mare del Poetto, tra plastica e rifiuti di ogni genere
Buste, bottiglie, vasetti di yogurt, rifiuti di ogni genere: alcuni galleggianti, altri nel fondale"Volano" a mezz'acqua come fossero meduse, spinte dalle correnti. E diventano cibo per le tartarughe marine che poi spesso, molto spesso, muoiono soffocate. Micidiali trasparenze in un mare ricolmo di rifiuti. Plastiche, certo, ma anche resti di cibo, bottiglie di vetro e pvc, piatti e contenitori.
Davanti al Poetto, da Marina Piccola al Margine Rosso, lo scirocco fa brutti scherzi. E anche se non soffia con impeto, riesce a trascinare verso terra la spazzatura. Qui, nella spiaggia dei cagliaritani e dei quartesi, si invoca il maestrale, il "vento che ripulisce il mare".
Un tuffo, più tuffi, armati di macchina fotografica stagna e l'appuntamento con i rifiuti è stato puntuale. Sia chiaro, nessuna montagna sommersa, ma quanto basta per confermare l'allarme che lungo le coste d'Italia e del resto d'Europa, nel mondo intero, la presenza dei rifiuti di plastica sta scatenando. Ci siamo immersi per raccontare il mare sporco.
Clic di qua e di là, nei giorni in cui il vento da sud-est insiste con continuità. Il mare non è neppure limpido. Solo alle prime fermate, dalle parti di Marina Piccola, l'acqua-cristallo riporta al Poetto d'un tempo, al Poetto prima del ripascimento.
Anche i rifiuti sono scarsi. Ma esistono eccome. Più avanti, verso l'ex ospedale Marino (il rudere sulla spiaggia dei centomila), la superficie nasconde lo sconcio. Il cavalluccio di plastica perso probabilmente da qualche piccolo bagnante, è immobile sul fondale. Dondola. A pochi metri da un foglio nero come il catrame, residuo di una busta di spazzatura nata per contenere i rifiuti.
C'è un po' di tutto. Braccialetti di spago colorato che tengono stretti i rametti morti della posidonia oceanica, ancora cellophan, retine, vasetti di yogurt. È così per chilometri. Testimonianza di inciviltà. Immondizia scaraventata in mare dalle barche, abbandonata sull'arenile da bagnanti folli. Dopo un pasto frugale, dopo un giorno di sole.