Ormai rassegnati a un primo maggio da trascorrere in casa, i cagliaritani non avrebbero mai pensato che lo stesso destino sarebbe toccato al martire guerriero. Perché a causa del coronavirus la mattina del primo maggio in città non accadrà nulla: Sant'Efisio resterà a Stampace e uscirà solo due giorni dopo per lo scioglimento del voto. Su un mezzo dell'Esercito raggiungerà Nora per tornare subito nella chiesetta del capoluogo. Il sindaco Paolo Truzzu avrebbe preferito una soluzione diversa, «perché per i cagliaritani il primo maggio è il giorno di Sant'Efisio», ha dichiarato giovedì dopo il vertice decisivo con il prefetto.

Il segno di fiducia

Legata alla tradizione, la rettrice dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo, che avrebbe preferito conservare un pezzetto di normalità almeno sul calendario. «È in momenti come questo che bisognerebbe cercare di mantenere tutto uguale per far sentire meno il peso di una tragedia. Cambiare il meno possibile è importante per dare fiducia. Se dal punto di vista della tradizione l'evento più importante è quello del 3, lo capisco però ne sono dispiaciuta».

Nessuna discussione

Non vorrebbe neppure sentir parlare di polemiche l'ex questore Antonio Pitea. «Mi sembra ovvio che non si potesse fare, il primo o il tre non cambia nulla. Io ho fatto la processione per 40 anni, ma non era possibile consentire una manifestazione per far sfilare il folclore. Questa cosa non era neppure da mettere in discussione».

Acqua sul fuoco

Pronto a seguire la diretta televisiva il senatore ed ex sindaco Emilio Floris: «Il primo maggio è sempre stata una manifestazione di popolo, se vogliamo più folcloristica. Ma il cagliaritano vero la propria devozione la espone il 3 durante il rientro. Comunque il primo o il tre poco cambia, la cosa importante è che dentro di noi ci sia lo spirito e la religiosità che accompagna la festa e non il folclore. Le polemiche sono fuori posto, l'essenziale è rispettare il voto, dividersi tra 1 e 3 non farebbe piacere al santo».

Il valore simbolico

Apprezza la scelta del 3 l'ex primo cittadino e consigliere regionale Massimo Zedda: «In una situazione di emergenza, la data del 3 maggio - indicata da arciconfraternita e arcivescovo - è quella più coerente con il significato simbolico che valorizza l'aspetto religioso dello scioglimento del voto. Mi sembra che la soluzione individuata tuteli la popolazione e sia rispettosa della tradizione».

L'unica donna

In tema di novità, un ruolo speciale tocca a Raffaella Lostia, alter nos dell'edizione 2019. «Non entro nel merito delle decisioni prese, però è vero che per i cagliaritani il primo maggio è il giorno della festa. Di certo, nei primi quattro giorni di maggio ognuno di noi dedicherà un pensiero a Sant'Efisio».

La suggestione

«La festa di Sant'Efisio è il primo maggio, non capisco perché spostarlo al 3» si interroga l'attrice delle Lucido Sottile, Tiziana Troja, autrice tra l'altro di un videoclip che spopola sui social. «Mi sono ispirata alla Dolce Vita di Fellini e ho immaginato che la statua venisse portata in volo sulla città da un elicottero, l'ho anche proposto al sindaco. La mia famiglia d'origine ha fatto un voto: ogni anno almeno uno di noi deve essere presente. Lo seguiremo in tivù o in streaming».

Folk e mostra

Alla guida del gruppo folk quartiere Villanova, Antonello Piras ha partecipato alle ultime 48 edizioni della sagra. «In tempi di pace si è fatta la festa, ma la storia ci mette davanti a momenti tristi ed è bene che si lascino i balli e i canti da una parte e si pensi al cuore del voto che è l'aspetto essenziale». Alla proposta di una festa bis dopo l'emergenza, non dice no. «Se ci sarà, noi ci saremo». Dispiaciuto di non poter assistere alla processione anche l'ex direttore del museo archeologico Roberto Concas che alla figura del martire dedicò una mostra da 40mila visitatori. «Sarà un primo maggio molto strano perché si tratta di una data legata a una ritualità assoluta, su questo non ci sono dubbi. Ma l'importante è che venga sciolto il voto».

La tappa di Giorgino

Il cambio di programma ha lasciato fuori dal percorso la tappa nella casa della famiglia Ballero dove avveniva il cambio di vesti e di cocchio. «È stato inevitabile, era chiaro che non si potesse ripetere la tradizione che è stata osservata ogni anno - sottolinea Benedetto Ballero che proprio a Giorgino sta trascorrendo i giorni del lockdown -. La casa è perfettamente efficiente, dunque se volessero venire anche il 3 le porte sarebbero aperte, ovviamente».

In prima fila

Tra i tanti cagliaritani che negli ultimi giorni si sono interrogati sulle sorti della festa per il santo che liberò la città dalla peste, anche la super modella Chiara Corridori tornata in città prima della serrata da coronavirus. «Da sempre, quando sono in città per il primo maggio seguo Sant'Efisio, a volte correndo all'ultimo minuto sotto casa e altre guardando la diretta su Videolina. È un appuntamento che aspettiamo tutti. Quest'anno, così come molte altre cose, sarà del tutto diverso».

Mariella Careddu

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L'INTERVISTA ALL'ALTER NOS:

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