Sta per succedere un terremoto nella sanità dell’Isola, e i sindacati si preparano allo sciopero generale.

«È impensabile che per creare l’azienda più grande della Sardegna, in termini di personale e di risorse investite, si possa procedere senza un tavolo di contrattazione politica. Si sta cercando di adottare provvedimenti senza prima aver definito le regole del confronto, abbiamo chiesto dati e dotazioni organiche, per ragionare sulle necessità nei vari territori, così come avviene in tutte le regioni, ma ci troviamo davanti un muro».

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, nei giorni scorsi hanno disertato un incontro con l’assessore e annunciato lo stato d’agitazione. «Vista l’arroganza sostanziale, riteniamo sempre più necessaria una grande mobilitazione», sostengono uniti.

«I lavoratori stanno vivendo questa fase delicatissima con incertezza e paura», sottolinea Roberta Gessa, segretaria regionale Fp Cgil, «abbiamo chiesto all’assessore Arru, già prima che nascesse l’Ats, di costruire in tavolo di contrattazione, un regolamento sulle relazioni sindacali, per gestire al meglio questa riorganizzazione.

Non abbiamo avuto risposte, sembra ci sia la precisa volontà di andare avanti da soli, senza tenere nella minima considerazione il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di partecipare attivamente alle decisioni».

Sottolinea Davide Paderi, segretario regionale Cisl Fp, che «senza un confronto preventivo sui numeri non si può certo parlare di mobilità del personale.

Ci sono esuberi? dove? tra chi? e i 2200 precari tra medici e professioni sanitarie che fine faranno, avranno il rinnovo del contratto? Il rischio è che i lavoratori paghino sulla loro pelle i ritardi della nuova rete ospedaliera, senza la quale, appunto, non si possono fare risparmi.

E allora, dove si taglierà? Nel bilancio 2017 nella sanità c’è già un buco di 150 milioni, che tutti negano, come si interverrà?».

Prosegue Paderi: «La cosa grave è che dovremo trattare con Moirano, mentre sono questioni che i sindacati dovrebbero discutere con la Giunta.

Anche se il 13 febbraio siamo stati convocati a Sassari, insieme con le Rsu delle otto Asl, questa gestione irresponsabile da parte dell’assessore ha fatto salire la temperatura nei territori. Sarà sciopero».

«Da mesi abbiamo chiesto di definire un protocollo di relazioni sindacali, così come hanno fatto in tutte le regioni d’Italia, di avere criteri trasparenti per la mobilità e le chiusure, di conoscere i numeri reparto per reparto, ospedale per ospedale, e non abbiamo avuto risposte», spiega Fulvia Murru.

«Siamo molto preoccupati, abbiamo già fatto le assemblee territoriali, ci hanno chiesto con forza di scendere in piazza. Abbiamo chiesto un incontro al prefetto per il “raffreddamento del conflitto”, fatto questo passaggio decideremo la data».
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