Lo sciopero è stato organizzato per il prossimo lunedì, 8 gennaio, giorno in cui riprenderanno le lezioni dopo le vacanze natalizie. Intanto, però, circa una cinquantina di insegnanti sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato il diploma magistrale non abilitante per accedere alla professione.

Per questo, già domani una rappresentanza dei docenti sarà ricevuta al ministero dell'Istruzione per un incontro.

Le insegnanti, sia diplomate sia laureate, che ora rischiano di tornare indietro nel loro percorso sono circa un migliaio in Sardegna, tra elementari e scuole dell'infanzia. Docenti che potrebbero riprendere il cammino nella scuola dal precariato, con sostituzioni e supplenze nonostante un contratto di assunzione a tempo indeterminato.

Questo per effetti di una sentenza, arrivata nei giorni vicini al Natale, del Consiglio di Stato che coinvolgerebbe oltre 43mila insegnanti in tutta Italia.

E a Cagliari, questa mattina, sono arrivate da ogni parte dell'Isola indossando una maglietta nera con scritto sulle spalle il provvedimento, per un picchetto davanti alla direzione scolastica regionale per parlare con il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna Francesco Feliziani.

"No ai licenziamenti di massa", recitava uno dei cartelli esposti.

L'appuntamento, in diverse parti d'Italia e anche a Cagliari, è rimandato a lunedì, sempre davanti agli uffici scolastici regionali.

LA SENTENZA - Mercoledì 20 dicembre il Consiglio di Stato ha deciso in via definitiva che gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 dovranno essere esclusi dalle graduatorie a esaurimento, cioè le graduatorie a cui sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e che sono utilizzate per l’assunzione in ruolo. Il diploma magistrale dovrà essere così inserito non nelle GaE (appunto, le graduatorie a esaurimento) ma nelle graduatorie d’istituto, quelle che vengono utilizzate per le supplenze annuali e temporanee.

(Unioneonline/m.c.)
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