"Il fatto non costituisce reato". Questa la formula con la quale il pubblico ministero Marco Cocco ha chiesto l'assoluzione per gli esponenti dei Riformatori Sardi Pierpaolo Vargiu, Attilio Dedoni e Francesco Sergio Pisano, finiti nell'inchiesta sui fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna che sarebbero stati usati in maniera non corretta. Per tutti l'accusa è di peculato aggravato.

Terminato il dibattimento, il magistrato che ha condotto l'inchiesta ha contestato nella sua requisitoria delle spese sostenute dal gruppo dei Riformatori, come ad esempio un regalo di laurea fatto ad una dipendente con i soldi che sarebbero dovuti essere in realtà usati per le attività istituzionali, ma ha sottolineato che il processo non ha chiarito l'elemento soggettivo del dolo: in altre parole gli imputati non erano consci del reato. Da qui la sua richiesta di assoluzione.

Di diverso avviso i legali Leonardo Filippi e Pierluigi Concas (che difendono i tre imputati assieme a Francesco Atzeni, MArco Lisu, Daniela Cicu e Andrea Chelo) che nelle loro arringhe hanno ribadito la correttezza delle spese, sollecitando alla fine un'assoluzione "perché il fatto non sussiste".

Deciderà il 19 gennaio il collegio presieduto dal giudice Giovanni Massidda. I fatti contestati riguardano la XIII legislatura. Il pm Cocco ha anche fatto presente che una serie di imputazioni sarebbero prescritte.
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