Popolazione da assistere sempre più anziana, bollette alle stelle, le macerie lasciate dal Covid con cure arretrate da recuperare. E anche una riforma delle Aziende sanitarie ancora da rendere del tutto operativa, oltre a  ospedali da trasformare in strutture di comunità. L’approvazione del bilancio pluriennale 2023-2025 per il manager della Asl 8, Marcello Tidore, diventa occasione per tracciare le sfide per l’immediato futuro e elencare quali sono gli elementi di criticità da affrontare.

Roba di non poco conto, se nella relazione allegata a tabelle piene di cifre il direttore generale afferma che è necessario “ripensare radicalmente i modelli istituzionali, gli assetti organizzativi e i fabbisogni di competenze e di professionalità delle diverse articolazioni delle amministrazioni che operano nell’ambito socio sanitario”. 

Il quadro demografico è il fattore che incide di più. Gli abitanti del distretto di Cagliari sono passati  da 548.912 del 2020 a 545.190 del 2021. Il 64% dei residenti ha più di 40 anni. 

“Il progressivo e tendenziale invecchiamento della popolazione ha importanti ripercussioni sui costi legati all’assistenza sanitaria”, scrive Tidore, “ed è ampiamente dimostrato in letteratura che le fasce di popolazione sotto i 50 anni hanno costi medi attorno ai 1.120 euro/residente mentre gli over 50 hanno dei costi medi di assistenza pari a 4.750 euro/residente”. 

Transizione demografica ed epidemiologica degli ultimi anni hanno “ridisegnato la struttura dei bisogni e della domanda. Difatti si è progressivamente alimentato il passaggio da patologie prevalentemente acute a situazioni di cronicità diffusa”. 

Nel frattempo i ricoveri chirurgici sono calati del 31%, mentre quelli in area medica (soprattutto a causa del virus) sono cresciuti del 18%. Significa che gli interventi non sono stati effettuati. 

Nel 2022 la Asl si è dedicata “alla ripresa dei processi di produzione aziendale”, o almeno ci ha provato, “con l’erogazione di prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale, compatibilmente con la situazione epidemiologica in corso”. 

In questo scenario si innestano “le pesanti conseguenze economiche legate alla crisi energetica che incidono significativamente sulle dinamiche di sostenibilità del sistema sanitario, come ampiamente esposto nel documento redatto dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Province Autonome del 7 novembre”. 

Per questo, secondo il manager, è necessario “prevedere l’adeguamento dell’assetto organico dei Presidi Ospedalieri di Isili e Muravera, affinché gli stessi rappresentino un punto di riferimento della rete dell’Emergenza-Urgenza, potenziando la funzione di assistenza”. Inoltre, anche attraverso la conversione di Binaghi e Marino in ospedali di comunità, con i fondi del Pnrr, si deve rafforzare la sanità di prossimità.

E deve essere rafforzata “l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie che siano il più possibile vicine ai luoghi di vita e di lavoro dei cittadini”. Ma fondamentale è anche “riattivare le linee di attività relative ai principali programmi di screening oncologico quali mammella, colon retto, cervice uterina”. Il piano, almeno, c’è. 

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