Il reo confesso è in Marocco e non verrà in Italia di sua iniziativa. Forse non può farlo ed è per questo, ipotesi degli inquirenti, che ha chiamato due volte nelle scorse settimane L'Unione Sarda chiedendo che l'autorità giudiziaria lo porti a Cagliari.

Ma Zouhair Korachi, che in una lettera inviata alla Procura a maggio sostiene di aver ucciso in piazza Granatieri di Sardegna nel febbraio 1993 Vincenza Basciu, 72 anni, madre della sua "amica Rita Panazzotti", resterà dov'è. Per la Procura è solo un tentativo di lasciare lo Stato nordafricano. Così il pm Alessandro Pili ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta aperta tre mesi fa. Inutile sentire Korachi, che ha già dato la sua versione (dubbia e tardiva) e le cui insistenze sono sospette; impossibile chiedere qualcosa alla donna condannata per il delitto, Rita Panazzotti, perché ormai (pur avendo scontato la pena) non è più in grado di parlare della vicenda. È il finale di una storia che potrebbe allungarsi solo nel caso in cui l'uomo venisse spontaneamente in Sardegna.

IL DELITTO E LA SENTENZA - In base alla sentenza della Corte d'assise, definitiva nel 1994, Panazzotti aveva colpito "ripetutamente con pugni e calci al capo, al viso e al torace" la madre "fino a ucciderla". I litigi tra loro "erano frequenti" e violenti perché l'imputata "non accettava i rimproveri" sul "non occuparsi della casa" e delle bambine. La figlia "sbatteva spesso" la donna "a terra, le lanciava contro degli oggetti e le saltava addosso", tanto che spesso intervenivano vicini e polizia. Entrambe "sopravvivevano grazie alla misera pensione dell'anziana". La casa "era poverissima e non poteva attirare nessuno". Dunque non i ladri, i quali per entrare avrebbero anche dovuto "forzare la porta" che quel giorno la giovane, una volta uscita, "avrebbe" certo "chiuso dall'interno" e che invece era stata trovata intatta. Inoltre i rapinatori non avrebbero "perso tempo a simulare una morte accidentale": qualcuno aveva provato a dar fuoco alla casa. L'appartamento "era in ordine. Nessun cassetto o armadio rovistati". Erano stati trovati oggetti e un borsello con denaro che, in caso di furto, sarebbero stati portati via. Il responsabile era "qualcuno di famiglia" che voleva allontanare i sospetti: Panazzotti, vista correre via dalla palazzina alle 14,30 (la morte risaliva alle 14). "Nessuno dall'interno aveva azionato il passante perché la donna era stata già uccisa". L'imputata, affetta da vizio totale di mente, era stata assolta e ricoverata in un ospedale psichiatrico.

LA LETTERA E LE TELEFONATE - Un quarto di secolo dopo ecco la lettera in cui Korachi sostiene che lui e uno slavo quel giorno erano a Cagliari con 5 chili di hascisc e avevano deciso di chiedere alla loro amica di aiutarli a vendere la droga. Basciu era contraria e l'avevano bloccata, poi Korachi era uscito e al rientro aveva trovato la donna morta. Così avevano inscenato un furto. Nelle due recenti telefonate però ha detto che proprio lui aveva "strangolato" l'anziana "trascinandola sul letto, legandole mani e piedi dietro la schiena" e mettendole "uno straccio in bocca" facendola "soffocare" prima di "pulire le tracce". Per il pm è inattendibile.

Andrea Manunza

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