Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, nell'udienza di convalida degli arresti, i due indagati per l'omicidio di Joelle Demontis, trovata morta sabato alle tre e mezza nell'appartamento al secondo piano di via dei Donoratico 57, a Cagliari.

Giorgio Reciso, 40 anni, è in carcere a Uta: ha reso dichiarazioni spontanee riferendo al giudice di essere estraneo alla vicenda.

Avrebbe anche tentato di ricostruire le fasi di quella tragica serata ma dopo poco, per la troppa confusione, avrebbe interrotto le dichiarazioni.

Marta Dessì, 26, ha invece scelto il silenzio: la giovane è ancora ricoverata in ospedale per diverse ferite e fratture ai polsi. Ancora da valutare e chiarire come e quando si sia provocato le lesioni.

L'inchiesta del pm Daniele Caria, che coordina le indagini svolte ai carabinieri del nucleo investigativo provinciale e della compagnia di Cagliari, ha ormai accertato che il corpo della donna è stato pulito e lavato.

In casa gli inquirenti hanno trovato diverse tracce di quanto accaduto: inutili i tentativi da parte degli indagati di ripulire la scena del crimine.

L'autopsia eseguita ieri dal medico legale Roberto Demontis ha accertato che la donna è morta per le diverse ferite riportate su tutto il corpo durante un'aggressione. Lesioni anche da arma da taglio ma che non sarebbero state quelle mortali.

Nell'abitazione sono stati sequestrati diversi oggetti (anche un coltello di Reciso) per valutare la compatibilità con le ferite riscontrate sul cadavere.

La vittima e la coppia vivevano nella stessa stanza di un appartamento di proprietà di un volontario della Caritas. Al momento delle liti però il padrone della casa e un altro inquilino erano fuori. Sono rientrati verso le 21 quando il delitto era già stato consumato.

Reciso stava scontando ai domiciliari una condanna per stalking e maltrattamenti. La discussione tra i tre sarebbe nata per gelosia, quando Joelle Demontis ha scoperto che i due si sarebbero dovuti sposare.

© Riproduzione riservata