"No alle scorie nell'Isola":mobilitazione bipartisan La voce dei sindaci
Si annunciano manifestazioni contro l'eventuale stoccaggio delle scorie nucleari in SardegnaÈ una mobilitazione bipartisan quella che emerge in queste ore dopo la notizia arrivata in mattinata a seguito della pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il deposito di rifiuti radioattivi italiani in cui sono inserite 14 zone in Sardegna su 67 siti complessivamente individuati sul territorio nazionale.
Non solo il presidente della Regione, Christian Solinas, che ha bollato il documento come "ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l'Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale", ma numerose sono già le proteste e gli annunci di manifestazioni da parte dei sindaci dei paesi coinvolti, degli amministratori e dei politici sardi e nazionali.
I rifiuti in questione sono di due tipi, è stato chiarito nel corso dello speciale andato in onda oggi sul nostro sito e sui nostri canali social, con la conduzione di Mauro Pili e Mariangela Lampis: scorie delle vecchie centrali dismesse dal 1987 e scorie da ospedali e centri di ricerche con produzione continua.
Tra i primi a protestare, Antonello Peru, consigliere regionale del gruppo Cambiamo Udc: "Il governo nazionale - scrive in una nota - si metta l'anima in pace: le scorie nucleari non arriveranno mai in Sardegna. Qualsiasi decisione che vada nella direzione opposta scatenerà una risposta istituzionale e popolare che non si è mai vista fino ad oggi. Il popolo sardo si è espresso in maniera chiara ed inequivocabile nel referendum del 2011 e quel voto popolare verrà rispettato." "L'aver indicato 14 siti in Sardegna tra quelli idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari è già un atto totalmente irrispettoso della volontà dei sardi e purtroppo fa seguito ad una serie di atti e comportamenti del governo che appaiono sempre di più ostili nei confronti della nostra regione e della nostra autonomia - prosegue -. Questa volta però sembra davvero che si voglia passare il segno, lasciando quasi intendere che la Sardegna possa essere considerata alla stregua di un territorio nel quale si possa fare e decidere quello che si vuole".
LEGA - Dichiarazioni anche da Lina Lunesu, senatrice della Lega, che annuncia un'interrogazione: "Non si può tollerare un’azione arrogante come quella del Governo su un tema importante come il nucleare, con l’esecutivo che dopo mesi di stallo sceglie dal giorno alla notte di allocare il deposito unico di scorie radioattive in Sardegna. È inaccettabile che si prendano decisioni simili senza confrontarsi minimamente con la Regione o con i territori dell’Isola; presenterò al Senato un’interrogazione parlamentare quanto prima”.
PD - Emanuele Cani, segretario del Pd Sardegna, si dice pronto alla mobilitazione: "Non è pensabile che la nostra Isola, che paga già un elevato prezzo per la condizione di insularità, possa ospitare un deposito di questo tipo di rifiuti. È vero che lo studio tecnico predisposto dalla Sogin indica una serie di eventuali possibilità, ma è altrettanto vero che la nostra Isola 'ha già dato' in termini di servitù. Per questo motivo siamo pronti ad avviare una mobilitazione che coinvolga i sindaci e tutte le figure istituzionali. E siamo pronti a sostenere quel principio di autonomismo che ha sempre caratterizzato la nostra attività".
"Ribadiamo il nostro fermo e convinto 'no' di fronte all'inserimento di alcuni comuni sardi nell'elenco dei siti italiani potenzialmente idonei a ospitare un deposito di scorie nucleari - aggiungono i deputati sardi del Partito democratico Andrea Frailis, Gavino Manca e Romina Mura - La Sardegna si è già espressa sul nucleare con un referendum e riteniamo che la nostra geografia e orografia siano incompatibili con siti di questo tipo".
"Vogliamo ricordare che oggi con la pubblicazione dell'elenco da parte di Sogin non si assume alcuna decisione, ma si dà avvio a una procedura che porterà da qui a circa tre anni alla decisione finale di individuazione del sito che ospiterà il deposito. Ribadiamo - prosegue la nota degli esponenti dem - che nei mesi che ci separano dalla decisione definitiva noi adotteremo e sosterremo tutte le iniziative finalizzate ad evidenziare, se mai ci fosse bisogno, la posizione di contrarietà del popolo sardo, per dimostrare la non adeguatezza del nostro territorio, per motivi naturali e di sicurezza, rispetto ad una tale destinazione d'uso".
FORZA ITALIA - "La Sardegna non sarà disposta a nessuna concessione sul fronte del deposito delle scorie radioattive", lo ribadisce Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia. "Una decisione sconcertante - prosegue il parlamentare degli azzurri, che ha presentato l'ultimo documento sulla questione ad aprile - visto che avevo formalmente chiesto al Governo di conoscere se l'Isola fosse una delle regioni indicate tra le aree idonee ad ospitare il sito nel quale verrà realizzato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Non è mai giunta nessuna risposta alle interrogazioni". Ora, dice ancora, "occorre una mobilitazione generale di tutte le forze politiche, sociali, datoriali, con il coinvolgimento di tutti i Comuni isolani per bloccare lo stoccaggio delle scorie radioattive in un paradiso ambientale come quello della Sardegna".
COMITATO NONUCLE-NOSCORIE - "Sappia il governo - scrive in un comunicato il comitato Nonucle-Noscorie - che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo sardo. Volontà di indisponibilità al nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali che più volte il Comitato Nonucle-Noscorie si è premurato di ricordare. Referendum, Leggi e Ordini del Giorno Regionali, Delibere dei Comuni e delle Province, Determinazione della Conferenza Episcopale Sarda. Convocheremo il comitato, per il momento solo on-line, per alzare il livello di bardianìa in merito alla possibile individuazione della Sardegna come sito per il Deposito Unico per le Scorie Nucleari e chiederemo ai sardi di tenersi pronti alla mobilitazione di massa".
SALVINI - "Il governo - nel cuore della notte, nel bel mezzo della pandemia e in piena crisi politica - è la nota diffusa da Matteo Salvini, leader della Lega - si prende la responsabilità di discutere del futuro deposito nazionale di rifiuti radioattivi senza consultare le Regioni e i sindaci e dopo aver tenuto fermo il dossier per oltre un anno. Ennesimo atto di arroganza, ennesima dimostrazione di incapacità, ennesima provocazione. Piena solidarietà alla Sardegna, oltraggiata per l’ennesima volta dalla sinistra e dai grillini".
CINQUE STELLE - "Seppure la Sardegna disponga dei requisiti - sottolineano in una nota i parlamentari sardi dei Cinque Stelle -, non si può non tenere conto del referendum consultivo popolare regionale riguardante l'installazione nell'Isola di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. Nel 2011, infatti, con un'affluenza record, i sardi dissero 'no' lanciando un messaggio al Governo forte e chiaro".
"Noi - aggiungono - siamo fermamente convinti che la volontà popolare, espressa in modo inequivocabile, sia sacra e per questo faremo valere le nostre ragioni di contrarietà in tutte le sedi competenti".
CORRAO - "Prima di parlare di depositi di scorie nucleari al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent'anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l'ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l'individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi?", si chiede l'eurodeputato Ignazio Corrao. "Quella di individuare aree in Sicilia e Sardegna - spiega - sarebbe un'ipotesi agghiacciante considerando che sono territori votati all'agricoltura, al turismo e alla valorizzazione delle risorse naturali. Ma si tratta anche di regioni che hanno zone già devastate da inquinamento, emissioni industriali velenose, discariche a cielo aperto e triangoli della morte. Il Governo si occupi piuttosto delle bonifiche dei territori del sud, anziché pensare di riversare ulteriori scorie. Auspico che il percorso di individuazione delle aree tenga conto delle specificità dei territori".
(Unioneonline/s.s.)
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