Non avrebbe voluto parlare, ha detto. Ma ha deciso di farlo. Perché «io e mio fratello (Mauro) ci tenevamo a ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine in questi giorni». Nicola, figlio di Gigi Riva, prende la parola in chiusura del funerale nella Basilica di Bonaria, a Cagliari. Per rispetto del protocollo elenca prima le istituzioni.

Ma i destinatari del suo accorato “grazie”  sono «le persone che sono venute alla camera ardente. Ieri sono rimaste lì al freddo sino a tarda notte. Io e mio fratello abbiamo cercato di stringere la mano a ognuno di loro ed è stato davvero emozionante vedere tanti bambini o persone della mia età che non l'hanno mai conosciuto».

Un po’ la voce gli si rompe quando dice che la gente diceva «”è stato un grande uomo” e  non solo “è stato un grande calciatore”».

Nicola e Mauro hanno scoperto di aver avuto la stessa sensazione «quando le persone piangevano e ci facevano le condoglianze: mi veniva da farle io a loro, perché non è andato via solo il nostro papà, ma un familiare di tanti sardi, credo,  e di tante persone che gli volevano bene. Era la sua gente, quella che quando è arrivato qui a 18 anni gli ha dato una famiglia che lui non aveva».

Nicola Riva li può sentire oltre la porta, ma il suo discorso è accompagnato da lunghi applausi che arrivano dalla folla all’esterno.

«Negli ultimi anni papà»,  ha detto ancora Riva, «si era chiuso in casa, usciva poco. Non andava più nel suo ristorante, non andava in giro. Era uno che faceva sempre le stesse cose», dice quasi sorridente. «Egoisticamente», ha aggiunto, «noi eravamo felici perché ce lo siamo goduti come padre e come nonno con le nostre figlie. Con tutto il cuore spero che ora papà possa rivedere in cielo la sua mamma, la persona che ha amato di più nella vita. Lunedì se n'è andato come voleva lui, perché non lo convinceva nessuno, era hombre vertical sino alla fine e anche lunedì ha deciso quello che voleva fare». 

(Unioneonline/E.Fr.)

© Riproduzione riservata