Prima bocciatura da parte della Corte Costituzionale su una delle leggi regionali sarde impugnate dal governo.

La Consulta è intervenuta sul primo dei tre articoli del provvedimento sulla posidonia spiaggiata, approvato nel febbraio 2020 dal Consiglio regionale e su cui il Consiglio dei ministri ha successivamente presentato ricorso. In particolare sono stati giudicati incostituzionali i commi 1, 4, 5 e 8.

La legge, presentata dal Psd'Az, mirava a riconoscere la posidonia come strumento di difesa contro l'erosione costiera e come risorsa riutilizzabile, ed era stata criticata con forza dall'opposizione per la previsione dell'utilizzo di mezzi meccanici per la rimozione delle alghe.

"L'avevamo detto più e più volte che così la legge non poteva essere scritta, ma questa maggioranza impreparata è andata avanti, calpestando la normativa sovraordinata in materia ambientale", il commento della consigliera dei Progressisti Maria Laura Orrù.

Per la deputata del M5S Paola Deiana e il consigliere regionale Roberto Li Gioi, "il governo regionale persevera nella strategia fallimentare, l'articolato era stato impugnato perché alcune norme contrastano con la competenza statale esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema e per la Corte la legge è illegittima quando autorizza anche lo stoccaggio provvisorio della posidonia, con l'utilizzo di ruspe e camion".

Ora, sottolineano, "la stagione estiva è alle porte, il Consiglio dovrà correggere il testo, ma vista l'andamento lento dei lavori nelle comunità costiere sarà caos".

Oggi in Aula il capogruppo del Psd'Az Franco Mula ha assicurato massimo impegno per rivedere al più presto il provvedimento.

(Unioneonline/F)

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