Sono passati più di quattro mesi dal terribile incidente in cui il noto cantante cagliaritano Nicola Macciò, per tutti Joe Perrino, era rimasto gravemente ferito. Poi la lotta tra la vita e la morte e la lenta ripresa. Ed è ancora dal letto di un ospedale che Joe parla pubblicamente per la prima volta, da quel giorno di agosto. Lo ha fatto in collegamento con Francesco Abate, all’interno della trasmissione “Caffè corretto” di Radiolina. 

«Per il 2024», dice, «mi auguro che mi rimettano in piedi, che mi rimettano i pezzi insieme. I presupposti sono buoni, per scaramanzia mi sono anche permesso di fissare dei concerti per quest’estate. Spero di ritornare in forma».

Perrino prende la rincorsa, col consueto ottimismo, poi torna a parlare di uno degli ultimi progetti realizzati prima dell’incidente, il film “Polvere”, in cui si racconta la storia di Aldo Scardella, morto in carcere da suicida dopo un tremendo errore giudiziario: «Io giro le carceri della Sardegna per il mio progetto musicale “Per grazia non ricevuta”», racconta il cantante. «Ho interpretato un detenuto anziano nel carcere di Buoncammino nel film di Paolo Carboni e ti giuro, l’ho visto con le lacrime: è un film che dà uno spaccato di quanto successo in quegli anni col suicidio di Scardella da innocente». Non l’unica pellicola in cui è apparso: «Un altro film è “Anna” di Marco Amenta, un altro che ha ricevuto diversi premi».

Poi l’intervista si sposta sui mesi vissuti in ospedale. Lui, sempre dalla parte degli ultimi, spiega come si è sentito a trascorrere le giornate tra quei corridoi. «Molto depresso. Non ero abituato alla vita ospedaliera, ci sono delle dinamiche che ti portano a essere arrabbiato, sgarbato, arrogante. Però non puoi mai sputare nel piatto dove mangi».

(Unioneonline/L.Ne.)

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