«Sconcertato. Preoccupato. E sbalordito». Piero Fassino non usa mezzi termini. E lo fa di fronte non a un episodio marginale, ma a una frase pesante, comparsa sui social sotto un post che commentava il suo comportamento in Parlamento durante il minuto di silenzio per le vittime di Gaza. A scriverla è stato Davide Carta, consigliere del Partito Democratico al consiglio comunale di Cagliari: «Ad ammazzarlo non si fa peccato», riferito proprio a Fassino.

Una frase che ha immediatamente acceso le polemiche e costretto il deputato dem a intervenire pubblicamente. «Un consigliere comunale, per di più del mio stesso partito, si permette di usare parole così gravi e inqualificabili? È motivo di sconcerto, ma soprattutto di preoccupazione. E oggi mi chiedo in che mani sia il gruppo consigliare del Pd cagliaritano».

Il commento del consigliere Davide Carta
Il commento del consigliere Davide Carta
Il commento del consigliere Davide Carta

Fassino afferma di non conoscere personalmente Carta e che le sue accuse sono basate su un presupposto falso: «Secondo lui, non avrei reso omaggio alle vittime di Gaza. Non è vero. L’ho sempre fatto in ogni circostanza. E pur avendo perplessità sull’intervento di Conte alla Camera, ho partecipato insieme ai colleghi del gruppo all’atto di solidarietà alla popolazione di Gaza». Ma dietro quella frase per l’ex ministro si nasconde in realtà il linguaggio dell’odio. «È esattamente quello contro cui mi sono battuto per tutta la vita. Che questo linguaggio venga usato da un mio compagno di partito, mi sbalordisce e preoccupa ancora di più».

L’ex sindaco di Torino allarga poi lo sguardo al clima politico nazionale: «Assistiamo ogni giorno a parole intrise di rancore e violenza. C’è chi confonde la sacrosanta condanna della politica di Netanyahu, che io ho sempre espresso con nettezza, con un attacco all’intero popolo israeliano. È assurdo. Israele è una democrazia dove milioni di cittadini manifestano ogni giorno contro quel governo. Così come ancora più assurdo e inaccettabile scagliarsi contro ogni ebreo chiedendogli conto della politica di Netanyahu. E in ogni caso l’indignazione per i morti di Gaza non può mai giustificare espressioni violente. Per arrivare alla pace occorre costruire ponti, non un’escalation verbale e tanto meno gettare benzina sul fuoco. Ogni approccio manicheo e estremo al conflitto mediorientale è sbagliato, producendo parole irresponsabili come quelle usate da Carta. E questo è inaccettabile».

Mentre quanto a possibili chiarimenti con il diretto interessato o con la federazione cagliaritana del Pd, Fassino è netto: «Io non ho bisogno di chiarire nulla. È Carta che deve chiarire e mi aspetto delle scuse per parole che rappresentano una vera e propria istigazione all’odio, peraltro severamente punito dalla legge. E aggiunge: «Ho parlato con i dirigenti del Pd sardo, come Piero Comandini e Silvio Lai, che hanno stigmatizzato in modo netto le parole di Carta e mi hanno espresso piena e totale solidarietà. Così come Elly Schlein a nome della Segreteria nazionale del Pd».

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