«Ad ammazzarlo non si fa peccato»: commento shock di Davide Carta, consigliere PD, su Fassino
La frase dell’Esponente Dem in Consiglio comunale sotto un post infuocato sulle vittime di GazaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un commento, una frase di troppo e il cortocircuito tra indignazione politica e linguaggio violento diventa notizia. Davide Carta, consigliere comunale del Partito Democratico a Cagliari, dopo un commento shock comparso sotto un post che attacca duramente Piero Fassino, deputato e volto storico del centrosinistra italiano.
La miccia parte da Carlo Augusto Melis-Costa, attivista e figura molto nota nei circuiti culturali cittadini, che affida a Facebook un durissimo atto d’accusa contro Fassino. Il motivo? Il mancato omaggio, alla Camera, alle vittime civili del massacro di Gaza. «L’impronunciabile Fassino, uomo ormai fuso con la poltrona politica”, scrive Melis-Costa, “consumatore abusivo di ossigeno», rincarando la dose con riferimenti a vecchie polemiche sul passato del deputato e a presunti episodi controversi.
Parole forti, indignate, ma il vero colpo di scena arriva poco sotto, tra i commenti. Dove Davide Carta, esponente dello stesso partito di Fassino, scrive senza filtri: “Ad ammazzarlo non si fa peccato”. Una frase fredda e lapidaria.
Difficile pensare a un equivoco. Nessun emoji, nessuna ironia. Solo parole pesanti, violente, soprattutto in un momento storico dove il tema della pace – soprattutto in Medio Oriente – richiede equilibrio, sensibilità e rispetto. Tanto più da chi ricopre incarichi pubblici e ha scelto la politica come spazio di mediazione, non di vendetta verbale.
Mentre il post di Carta circola tra le chat e fa tanto rumore, lui spiega che cosa lo ha spinto a scrivere quel commento: «A chi oggi mi chiede conto di quelle parole, rispondo con la coerenza di una storia politica lunga quarant’anni, che affonda le radici nel cattolicesimo democratico e si sviluppa nell’area democratico-progressista. Una storia che testimonia il mio rispetto incondizionato per la vita umana, a prescindere dalla nazionalità, dal credo o dal ruolo politico. Essere dalla parte dei diritti umani non è una posizione ideologica, è un dovere morale e civile. Io sono, e sarò sempre, dalla parte della pace, del dialogo e della giustizia.
Non tutti, purtroppo, possono affermare lo stesso».
A fargli storcere il naso l’atteggiamento del suo compagno di partito in Parlamento: «In un momento storico in cui nessuna forza politica, né di destra né di sinistra, dovrebbe avere esitazioni nel condannare con fermezza ogni forma di violenza sistematica, la scelta di non partecipare a un gesto simbolico di memoria e rispetto per le vittime di un conflitto così drammatico suona come un atto di rimozione e negazione».
Carta spiega che fronte alla notizia del suo comportamento, ha espresso «un commento dai toni volutamente surreali e iperbolici, tratto da un vecchio adagio milanese che usava sempre un mio vecchio capo, per sottolineare l’assurdità di una simile posizione. E ovviamente mi dispiace che il mio commento sia stato travisato e chiedo scusa».
(Unioneonline/Fr.Me.)