A Fenosu, "aeroporto" di Oristano, non hanno fatto sbarcare nemmeno Cesare Battisti. Per rinchiudere a Massama il terrorista-criminale, lo Stato italiano ha fatto atterrare a Elmas - il 14 febbraio scorso - un Piaggio P180 della Guardia di Finanza, organizzando una scorta armata sulla 131. L'ultimo velivolo ad accarezzare la pista oristanese - un Falcon 900 dell'Aeronautica militare - aveva a bordo Sergio Mattarella. Dopo Cagliari, il presidente della Repubblica, il 2 ottobre 2017, era atteso a Ghilarza e Cabras. La Provincia di Oristano spese 2.500 euro per ripulire l'"aeroporto" dalle erbacce, cresciute nel disinteresse generale per sei anni. Nato nel 1930 per esigenze militari, lo scalo, in tempi più recenti, ha vissuto la grande illusione di intercettare flussi turistici. Ma fallimenti politici ed economici hanno scritto un'altra storia. Un po' come è successo ad Arbatax.

Ma tre aeroporti - Cagliari, Olbia e Alghero - bastano per una terra che può e deve vivere di turismo? A rilanciare un ritornello già sentito è il nuovo assessore regionale ai Trasporti, l'imprenditore ogliastrino Giorgio Todde. L'occasione per parlarne è stata offerta dall'apertura della nuova base Volotea a Elmas. L'idea è certamente suggestiva e ha il merito di riaprire il dibattito sull'importanza di creare nuove occasioni di sviluppo in Ogliastra e nell'Oristanese. Ma si scontra, l'idea, con le esperienze fallimentari - e quindi costose - che, nel recente passato, hanno accomunato i due scali.

Arbatax e Fenosu si trascinano due palle al piede pesantissime: la pista si ferma a 1.200 metri. Giusto per avere un riferimento, quella di Elmas arriva a 2.800.

Significa che, così come sono, Tortolì e Oristano possono ospitare aerei di modeste dimensioni. Per cambiare le cose servono finanziamenti nell'ordine delle decine di milioni di euro. Chi li trova? Chi li spende? E chi ha interesse alla gestione? «Noi abbiamo già dato», fanno sapere gli imprenditori locali. Quanto alle compagnie, volano più alto.

In attesa di sviluppi, ci piacerebbe pensare che la Regione possa diventare una stalker verso gli inquilini, vecchi e nuovi, di Palazzo Berlaymont, sede dei commissari europei, Trasporti compresi. Un marcamento aggressivo per pretendere un modello di continuità adeguato alle esigenze di mobilità dei sardi e di chi la Sardegna vuole visitare. E bene farebbe, la Regione, a battersi senza perdere un solo giorno per adeguare la rete viaria sarda, facendo in modo, per esempio, che per raggiungere Tortolì da Cagliari, o viceversa, non si debba affrontare una via crucis sulla 125.

Ma, visti i chiari di luna all'Anas, denunciati oggi in apertura sul nostro giornale, forse è più facile illudersi che si possa allungare la pista di Arbatax piuttosto che completare i cantieri sull'Orientale sarda. Che tristezza.

Emanuele Dessì
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