Sono i chiaroscuri dell'occupazione in Sardegna: nel primo semestre del 2023 le attivazioni nette – ovvero il saldo tra nuovi contratti e cessazioni – hanno superato il livello raggiunto nello stesso periodo del 2022. Ma rispetto all'anno scorso si è registrato un ulteriore aumento delle assunzioni a tempo determinato. I numeri sono contenuti nell'aggiornamento di novembre targato Bankitalia che ha rielaborato gli Rfl, la rilevazione Istat sulla forza lavoro.

Serve una premessa per analizzare il trend sardo: nell'Isola, ogni anno, sull'andamento dell'occupazione incide il dato “sporco” del turismo che per un verso spezza l'asfittica offerta di lavoro, ma dall'altro concentra su di sé tutta la precarietà. Ecco perché solo a partire da ottobre, quando la stagione sole&mare è bella che archiviata, si può calcolare con precisione l'incidenza dell'industria vacanziera sull'economia regionale del lavoro.

L'analisi dei dati è proprio il racconto in cifre di questa dinamica. Infatti: a fronte delle 54.909 attivazioni che si sono contate da gennaio a giugno del 2023, ben 37.302 hanno preso forma nel settore del turismo. Equivalgono al 67,93 per cento. Ma, come si diceva, la gran parte delle assunzioni, pari a 50.824, è stata a tempo determinato. Si viaggia su percentuali bulgare, a quota 92,56. Vuol dire che è scaduto il contratto a oltre nove lavoratori su 10. Per tutti loro, la corsa verso la sicurezza di uno stipendio fisso deve ricominciare il prossimo anno.

Il secondo settore che ha raccolto più attivazioni, anche se con numeri lontanissimi rispetto al turismo, è classificato da Bankitalia come "Altri servizi": 9.614 nuovi contratti da gennaio a giugno del 2023, con un peso del 17,5 per cento sul totale. Seguono il commercio, con 4.242 attivazioni (7,72%), e ancora l'industria in senso stretto, con 2.388 (4,34%). Infine le costruzioni, a quota 1.363 (2,48%).

Rispetto ai 54.909 nuovi contratti del primo semestre 2023, la certezza di un posto a tempo indeterminato è stata agganciata da appena 3.573 lavoratori. Rappresentano il 6,5 per cento delle assunzioni fatte. I contratti di apprendistato hanno avuto un'incidenza marginale: 512 attivazioni, che nel complesso valgono lo 0,93 per cento.

Nel primo semestre del 2022 era andata diversamente: vero che le attivazioni nette erano state 2.816 in meno, fermandosi a quota 52.093, ma la loro conversione in contratti a tempo indeterminato fu maggiore. La certezza di un posto venne raggiunta da 4.291 lavoratori che sul totale hanno inciso per l'8,23 per cento. La differenza con il 2023 è quasi di due punti percentuali. L'anno scorso il numero dei contratti a tempo determinato è stato inferiore di quasi un punto e mezzo, a quota 47.491. Ancora più basso il numero degli apprendistato: 311, pari allo 0,59 per cento. Nella ripartizione per settori, il turismo l'ha fatta da padrone anche un anno fa: 33.473 attivazioni, seguito da "Altri servizi" (9.493) e commercio (3.779). Quindi le costruzioni (3.204) e l'industria in senso stretto (2.144).

Si legge nel rapporto di Bankitalia sulla Sardegna: «Nel primo semestre dell'anno in corso è aumentato il numero degli occupati, ma a questa variazione ha contribuito esclusivamente la componente a tempo determinato, mentre la creazione di posizioni permanenti è stata inferiore a quella del 2022». Quasi invariato, nel complesso, il tasso di attività, ovvero il rapporto tra la popolazione in età da lavoro e quella dai 15 anni in su, un valore che permette di stimare il livello della propensione all'occupazione. Nel primo trimestre del 2022 il tasso di attività era a 61, quest'anno a 61,9. Da aprile a giugno, il valore è stato del 63,4 nel 2022, del 62,3 quest'anno.

Per contro: sebbene il 2023 abbia visto crescere in misura maggiore il lavoro a tempo determinato, per le statistiche il tasso di occupazione è migliorato: 54,3 nel primo trimestre dell'anno, 55,9 nel secondo. Nel 2022 gli stessi dati valevano rispettivamente 52,9 e 55,8. Ma è scritto ancora nel rapporto di Bankitalia: «Nel primo semestre del 2023 l’occupazione in Sardegna è cresciuta con una intensità inferiore sia rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente, sia nel confronto con il dato nazionale: nella media dell'anno in corso l'aumento è stato dello 0,9, mentre nel resto del Paese del 2». Ancora: «All’incremento sostenuto del primo trimestre, pari al 2,3 per cento, ha fatto seguito un lieve calo nel secondo, con un -0,5». Quanto al tasso di disoccupazione, da gennaio a marzo del 2023 è stato del 12,2, da aprile a giugno del 10. Nel 2022, i due valori erano al 13 e all'11,7.

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