Gli organici della magistratura e delle forze dell’ordine sono ridotti all’osso, mancano strutture adeguate e operatori formati per l’accoglienza delle donne decise a denunciare il partner violento.

E così, mentre la legge prevede misure di prevenzione e repressione dei maneschi e degli stalker, accade che alla fine non ci sia un’adeguata tutela delle vittime.

«Il problema è che non abbiamo un sistema in grado di reggere un fenomeno di questa gravità», dice Rita Cariello, magistrato della Procura distrettuale antimafia di Cagliari, per vent’anni si è occupata dei casi di violenza sulle donne come giudice e come pubblico ministero.

Ci sono le leggi, dice, «ma in Italia si è lavorato sulla carta mentre servirebbero strutture adeguate e soprattutto risorse umane impegnate su questo fronte».
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