Gratta e vinci in primis, poi le slot machine e infine poker e roulette online. La vecchia lotteria ha perso il fascino di un tempo, come confermano i numeri (6,7 milioni di biglietti venduti in Italia, mai così pochi), ma gli italiani - e i sardi - non hanno certo smesso di tentare la fortuna.

Nell'Isola sono stati spesi 1,644 miliardi in giochi d'azzardo, mentre le vincite sono ferme a 1,186 miliardi. Ogni sardo, neonati compresi, ha speso secondo l'Istat 927 euro negli ultimi dodici mesi, nella speranza di diventare milionario.

I più "spendaccioni" sono i cagliaritani (1.177 euro la spesa pro capite), seguono i sassaresi (1.115), gli oristanesi (871), i nuoresi (812), chiudono i residenti nella provincia del Sud Sardegna (654 euro). Soldi spesi nell'immensa galassia di siti Internet e negli oltre 8mila esercizi autorizzati sparsi nell'Isola.

Gongola lo Stato, non le famiglie. E neanche gli esercenti: "Gli incassi - spiega Giuseppe Capelli, responsabile regionale di AssoTabaccai-Confesercenti - per noi non sono in crescita, stanno inesorabilmente calando intaccati dalle piattaforme digitali. I clienti vogliono giocare e vincere subito. Resiste una parte di giocatori che si rivolge agli esercizi sotto casa, ma preferiscono il Superenalotto alla Lotteria Italia".

Giorgio Vargiu, presidente regionale dell'Adiconsum, parla di "salasso legalizzato". "Lo Stato non rinuncia perché incassa ingenti risorse, sebbene al lordo di spese sanitarie e sociali collaterali per la cura delle malattie legate all'abuso".
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