Delle quattordici segnalazioni fatte dalla Guardia di Finanza all'Università di Cagliari su docenti e ricercatori che avrebbero esercitato un doppio lavoro, contravvenendo così ai termini del contratto a tempo pieno, dodici casi risultano già archiviati. Gli altri due, invece, sarebbero in via di definizione solo per gli aspetti amministrativi relativi all'interpretazione delle norme in materia di rilascio dell'autorizzazione. L'ha chiarito ieri sera l'Ateneo cagliaritano sulla scia della notizia di accertamenti delle Fiamme Gialle su 411 docenti italiani (14 in Sardegna) sospettati di aver esercitato anche altri lavori non autorizzati. Altre tre, forse quattro segnalazioni, riguarderebbero invece Sassari.

La Procura regionale della Corte dei Conti, titolata per queste attività, non avrebbe ancora formulato alcun "invito a dedurre". In Sardegna, le uniche contestazioni formulate da parte della magistratura erariale e legate al doppio lavoro, risalgono agli anni scorsi e hanno interessato alcuni medici delle aziende ospedaliere pubbliche, scoperti a ricevere clienti anche nel privato.

Nell'Isola hanno riguardato docenti con contratti a tempo pieno che avrebbero ricevuto anche altri incarichi retribuiti di collaborazione (sia dal privato che dalla pubblica amministrazione) oppure avrebbero esercitato la libera professione senza il preventivo via libera dall'Ateneo.

Una doppia vita professionale che, almeno stando alle indiscrezioni, avrebbe interessato in particolare i dipartimenti di ingegneria, chimica, giurisprudenza e medicina. Ovvero tutti quelli più soggetti a consulenze.

"A prescindere da queste segnalazioni", precisa il rettore di Cagliari, Maria Del Zompo, "a seguito delle nuove disposizioni, già nei mesi scorsi il nostro Ateneo ha aggiornato il Regolamento sugli incarichi extra istituzionali per tutto il personale così da evitare malintesi e cattive interpretazioni che potrebbero dare luogo a errate applicazioni della disciplina".

Stesse dichiarazioni dall'Università di Sassari: Massimo Carpinelli spiega di aver "assunto già da tempo una netta posizione volta a regolamentare in modo puntuale i doppi incarichi".

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