Non bada a spese, la criminalità internazionale e soprattutto il terrorismo, per quanto riguarda i mezzi tecnici utilizzati per tenere i contatti, coordinare le attività illegali e, talvolta, commettere i reati direttamente su piattaforme informatiche. Con un vantaggio in più: le polizie di tutto il mondo hanno grandi difficoltà a tenere il passo, quando una grande attività comunale è condotta attraverso paesi diversi, ciascuno con la propria forza di polizia nazionale che non può indagare direttamente oltre il proprio confine. E i tempi delle rogatorie internazionali, specialmente al di fuori dei confini dell'Unione europea, sono troppo lenti rispetto alla velocità di criminali e seminatori di terrore.

Le soluzioni si chiamano Europol e Interpol: funzionano bene, spesso garantiscono ottimi risultati, ma gli investigatori di ogni Stato devono essere continuamente aggiornati e imparare a fare squadra sempre di più: aiutandosi, si aiuta il contrasto al crimine transnazionale. Anche per questo è nato lo Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) della Criminalpol, che ogni anno offre sempre maggiore collaborazione tra forze di polizia: certo, a patto di curare nei particolari i servizi che la polizia di ciascun paese deve offrire per poter utilizzare i medesimi servizi forniti dagli stati esteri.

Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria di recente si sono ritrovati a Cagliari, nel Centro congressi della Fiera Internazionale della Sardegna in viale Diaz, proprio per fare il punto sullo stato dell'arte. Con loro, i quattro prefetti e altrettanti questori sardi, i comandanti provinciali dell'Arma, i magistrati e la direttrice dell'Ufficio coordinamento e pianificazione per le forze di polizia, prefetto Maria Teresa Sempreviva.

Il prefetto Vittorio Rizzi
Il prefetto Vittorio Rizzi
Il prefetto Vittorio Rizzi

Organizzato dai Carabinieri (in base alla rotazione annuale tra le forze di polizia italiane), l'importante appuntamento per aggiornarsi è sfociato nell'ottava Conferenza regionale sulla cooperazione internazionale di polizia. «È un momento di formazione per le forze di polizia», spiega il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica sicurezza e presidente della Conferenza, «su un tema ormai strategico come quello della cooperazione internazionale sia sul fronte delle indagini si su quello giudiziario. Non esiste un reato che non avvia una dimensione transnazionale, a partire dal cybercrime, e le forze di polizia si devono confrontare con i colleghi di altri paesi del mondo sia con una relazione bilaterale, ma soprattutto in un quadro di relazioni multilaterali. Penso al ruolo dell'Italia in organismi come Europol e Interpol, che si presenta ormai come una Fbi europea».

Anche per i crimini commessi in Sardegna, spesso si ricorre alla gigantesca mole di dati garantita dallo Scip, con la forza dei suoi canali di comunicazione, interoperabilità delle banche dati e della connessione diretta con le agenzie Interpol ed Europol. In questo modo, si varcano i confini senza mettere piede all'estero. «La questione», spiega il prefetto Rizzi, «è superare l'idea che esistano reati che hanno una dimensione territoriale assolutamente circoscritta. Pensate alla cocaina che giunge in Sardegna: certamente potrebbe arrivare dall'altra parte del mondo, così come per un cybercrime commesso in Sardegna l'hacker potrebbe essersi appoggiato a una base informatica che si trova dall'altra parte del mondo. È evidente che nel momento storico che stiamo vivendo non esiste un territorio che sia immune da una logica di globalizzazione criminale. Proprio su questi temi dobbiamo essere formati per imparare a lavorare sulle piattaforme di cooperazione internazionale».

Il generale Giovanni Truglio
Il generale Giovanni Truglio
Il generale Giovanni Truglio

Rizzi non lo dice apertamente, ma la collaborazione tra polizie di diversi paesi e la condivisione dei dati sono importantissimi soprattutto nella lotta al terrorismo: già in passato l'Italia si è rivelata fondamentale per assicurare alla giustizia attentatori entrati in azione in altri paesi europei.

Alla Fiera di Cagliari, dopo il saluto del generale Giovanni Truglio (comandante della Legione dei Carabinieri Sardegna), si è parlato anche del ruolo che le forze di polizia italiane devono avere nell'ambito delle relazioni fra polizie internazionali. Secondo il vice direttore generale della Pubblica sicurezza, «è assolutamente strategico per il nostro Paese che le forze di polizia italiane abbiano, sia all'Interpol sia all'Europol, un ruolo centrale».

Tornando alla Sardegna, una delle emergenze per l'ordine e la sicurezza pubblica è il flusso di algerini che giungono quasi alla spicciolata, ma assai spesso, sulle coste soprattutto della zona di Teulada. «È assolutamente un tema centrale», commenta il prefetto Rizzi, «non a caso il Servizio per la cooperazione internazionale ha deliberato a luglio dell'anno scorso l'adozione di una nuova misura. Si crea un ufficiale di collegamento, un esperto per la sicurezza, che sarà dislocato ad Algeri e che sarà operativo già nelle prossime settimane». Insomma, s'indagherà nei porti di partenza dei migranti che giungono in Sardegna, dei quali sappiamo sempre pochissimo.
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