"Sarei poco credibile se dicessi che la questione dei trasporti, sia quelli interni, che quelli con l'Italia e l'Europa, sia una questione risolta". Carlo Careddu non lo nega: prima di accettare la nomina ci ha pensato non una ma mille volte. Al suo arrivo, a luglio, ha trovato una situazione "molto complicata", specialmente sul fronte dei collegamenti aerei: un bando per la continuità territoriale assegnato a metà, Cagliari che rischia di tornare nelle grinfie del libero mercato e prezzi folli per raggiungere gli scali minori italiani, orfani della compianta Ct2. Prima di approdare sulla poltrona dei Trasporti ha fatto il pieno d'umiltà ("sono solo un azzeccagarbugli di provincia", ama ripetere), ma chi si immagina una discontinuità con il regno di Massimo Deiana si sbaglia: "È stato un grande assessore. Lui è un superman, io sono un medioman".

Il prossimo bando per i collegamenti nell'aeroporto di Elmas avrà maggior fortuna del precedente?

"Non abbiamo smesso di lavorare neppure ad agosto. Questa era l'emergenza primaria, quando sono arrivato. Nei giorni scorsi ho avuto un confronto serio con le compagnie: Ryanair, Alitalia, Meridiana e tutte le altre. Volevo capire che cosa non andava nella vecchia gara, andata deserta. Il nostro obiettivo è conciliare il diritto alla mobilità dei cagliaritani e dei sardi con l'interesse dei vettori a trasportarli".

Cosa le hanno detto le compagnie?

"Si sono lamentate della rigidità del bando. Vorrebbero riuscire a sfruttare meglio la loro flotta, senza un numero fisso di aerei nelle basi. Ci sono degli accorgimenti che possiamo introdurre".

Cambierete qualcos'altro?

"Dobbiamo tener conto di Olbia e Alghero, dove abbiamo assegnato un nuovo servizio che partirà a novembre. Non possiamo discostarci molto da quel modello per non creare squilibri. Per esempio, posso dire che la gara di Cagliari sarà aperta anche alle associazioni temporanee di imprese. Potrebbero esserci alleanze: i vettori sono sembrati interessati a questa ipotesi".

Per assegnare l'appalto ci vorranno diversi mesi. E nel frattempo?

"Non tollereremo una interruzione della continuità. Cagliari avrà i suoi collegamenti. Il decreto di proroga del servizio, però, lo firma il ministero. Noi faremo sicuramente tutta la nostra parte entro settembre".

Dia un voto da 1 a 10 all'attuale continuità territoriale.

"Non voglio ridurla in termini numerici. Direi che il sistema odierno rappresenta un balzo in avanti rispetto al passato, quando eravamo veramente isolati. Vent'anni fa non tutti i ragazzi potevano permettersi l'aereo. Certo, dobbiamo sviluppare il modello rispetto alle nuove esigenze".

Un voto...

"Non è sufficiente per far fronte all'attuale domanda di voli. Questa estate il sistema ha retto, ma ci sono stati alcuni problemi. Li evidenzieremo di fronte alla Commissione europea per dimostrare che ci servono frequenze maggiori e altre modifiche".

È giusto pagare 400 euro per un biglietto Cagliari-Bologna, sola andata?

"Questo è il libero mercato. Direi che è assolutamente ingiusto, ma purtroppo bisogna fare i conti col quadro normativo. A me piacerebbe offrire una rete di trasporti aerei che vada oltre Linate e Fiumicino".

A proposito: la nuova Ct2 verso gli scali minori a che punto è? Il battesimo era previsto per il prossimo ottobre.

"Non so cosa sia stato promesso, ma ora non si possono fare previsioni. Abbiamo in programma un incontro con la Commissione europea. L'obiettivo è garantire un servizio pubblico minimo, che consenta di andare e tornare in giornata. Ci sarà anche spazio per il libero mercato, perché non ci saranno rotte in esclusiva".

È lo stesso sistema proposto dall'ex assessore Deiana.

"Si, ma non era stato ancora messo nero su bianco e approfondito. Ora sto cercando di fare in modo che anche il governo sostenga questa posizione".

Quante destinazioni prevede?

"Si può mutuare il vecchio schema a 10 destinazioni, cercando però di non sovrapporre le rotte, soprattutto negli scali di Olbia e Alghero".

Che situazione ha trovato al suo arrivo nell'assessorato?

"Devo dire che un po' di lavoro svolto l'ho trovato. Ad esempio nel settore dei treni: la cura del ferro, come la chiamiamo noi, è la più grande opera di infrastrutturazione dal Dopoguerra in poi. Metteremo in campo circa 650 milioni di euro per reti e mezzi".

Per andare da Cagliari a Sassari ci vogliono quasi tre ore: quando si ridurranno i tempi?

"Entro il 2018, quando termineranno i lavori per la velocizzazione della rete. Si arriverà in 2 ore e 33 minuti, questa è la previsione".

I nuovi Atr 365 possono "pendolare"?

"Ancora no, bisogna concludere l'omologazione. Dovranno fare delle modifiche sui treni e sui software di guida".

Sull'asse Nuoro-Macomer la ferrovia è da Far west. E nel Sulcis spesso si viaggia in piedi perché i convogli non sono sufficienti.

"Interverremo sulla flotta. Oltre ai mezzi previsti dal nuovo contratto di servizio con Trenitalia, 18 treni diesel dal 2018 al 2021, avremo altri 68 milioni di euro per rinnovare il parco rotabile su ferro. Arriveremo alla sostituzione di tutti i convogli".

Capitolo autobus. L'età media dei pullman Arst è di 9 anni.

"Rinnoveremo anche qui, con 101 bus, da distribuire tra tutte le aziende di trasporto pubblico locale".

Il contratto con l'Arst è in scadenza.

"Entro il 2019 dobbiamo individuare i nuovi bacini di traffico, affidare i collegamenti e decidere come governare la rete. Sarà una riforma di carattere epocale, che non possiamo calare dall'alto. In questi giorni ci stiamo confrontando con i Comuni".

Quanti saranno i bacini?

"Vedremo. Nella scelta dovremo tenere conto dell'efficienza e della qualità, che possiamo ottenere solo se i bacini non saranno né troppo piccoli né troppo grandi. Dobbiamo comporli in modo che siano appetibili per gli operatori".

Il nuovo servizio sarà dedicato anche ai turisti?

"Le norme ci dicono che è destinato a lavoratori e studenti, ma è ovvio che non possiamo ignorare chi viene qui in vacanza. Dobbiamo connettere porti e aeroporti".

La convenzione con la Tirrenia verrà modificata? Era un obiettivo della legislatura.

"La Sardegna oggi è un convitato di pietra, se si parla di continuità marittima. È insopportabile che la legge escluda l'Isola dal processo decisionale e dal controllo. Da poco i parlamentari sardi hanno depositato un disegno di legge per dare alla Regione un potere effettivo".

E se domani diventasse ministro, dunque parte in causa, cosa farebbe?

"Un controllo sull'esecuzione del contratto con la compagnia. Poi vorrei costi inferiori, con un servizio di maggiore qualità. E vorrei avere un rapporto diverso con Tirrenia. La sede legale è stata trasferita in Sardegna, sarebbe bene che anche la sede amministrativa, ora a Napoli, fosse nell'Isola".

Michele Ruffi

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