"Is Mirrionis è un grande quartiere, il problema c'è soltanto in alcuni appartamenti di due palazzi in una piccola strada".

Il sindaco Massimo Zedda conosce la situazione legata allo spaccio di droga negli alloggi popolari di via Seruci 3 e 5. E non solo.

"Il Comune ha chiesto una mano d'aiuto alle forze dell'ordine, un supporto affinché le imprese che stanno effettuando gli interventi di riqualificazione non debbano subire aggressioni".

SOTTO PROTEZIONE - Si scopre così un altro problema: per proseguire i lavori è necessario il controllo della Polizia.

"Si tratta di pochi balordi", dice il sindaco, capaci però di creare molti disagi. E poi c'è la droga.

"Sappiamo bene che da qualche tempo il centro dello smercio di stupefacenti non è più Sant'Elia ma Is Mirrionis", chiarisce Zedda.

"Il motivo è dovuto all'attività repressiva delle forze dell'ordine da un lato, dall'altro alle demolizioni volute dal Comune. Ora si intende fare lo stesso lavoro a Is Mirrionis".

CANI PERICOLOSI - In un quartiere dove per la riqualificazione e lo sviluppo economico e sociale saranno investiti 15 milioni di risorse europee attraverso l'Iti (intervento territoriale integrato) e altri dieci milioni verranno destinati a spazi verdi, scuole, mercato di via Quirra ed edilizia popolare, il Comune ha deciso di non stare a guardare: "Abbiamo chiesto aiuto anche per quanto riguarda le demolizioni, vogliamo eliminare le costruzioni abusive dove, è solo un esempio, vengono tenuti cani pericolosi, o le cantine dove c'è il sospetto di attività illecite".

Ma non è il solo fronte: "Dobbiamo pensare a un intervento più generale sull'occupazione abusiva degli appartamenti di edilizia popolare".

C'è tanto da fare, insomma, e non soltanto a Is Mirrionis.

Per risolvere problematiche sociali il Comume sta investendo nella riqualificazione dei luoghi anche a Sant'Elia, Santa Teresa (Pirri) e San Michele.

Il problema più delicato resta comunque la droga.

Zedda lo ammette: "Sì, lo spaccio. Ma non si può agire da soli. Quando a Sant'Elia abbiamo accertato la decadenza del diritto di un trafficante ad abitare una casa popolare ci siamo mossi dopo le forze dell'ordine, d'intesa con loro".

Superare il problema a monte, respingere le richieste di affitto a chi spaccia droga, capire prima dell'assegnazione l'attività illecita svolta da chi fa domanda per la casa sembra difficile se non impossibile.

"Chi spaccia e chiede una casa popolare", spiega il sindaco, "fa di tutto per sembrare in regola, molto più degli altri, le istanze sono sempre accompagnate da documenti regolari. Solo dopo arrivano le segnalazioni anonime e allora si muovono le forze dell'ordine e la Procura".

Anche per via Seruci le istituzioni lavorano insieme. "

In questo campo dobbiamo muoverci di pari passo con tutti gli altri, se poi ci sono indagini penali in corso il coordinamento deve essere ancora maggiore. Devo dire che si procede in piena sintonia".

Insomma, su via Seruci si sta stringendo il cerchio.

Zedda ricorda che lo spaccio è in netto calo in diverse zone della città dove un tempo circolava più droga, ecco perché oggi ci si può meglio concentrare su singoli luoghi.

"Probabilmente nel complesso l'attività illecita è inferiore rispetto a un passato anche recente ma è concentrata in pochi posti".

TOLLERANZA ZERO - Il sindaco non dimentica un altro aspetto, all'origine di tutto: il consumo.

"Se ci sono spacciatori vuol dire che ci sono consumatori".

Fare uso di droghe però non è reato. Che si fa? Il sindaco un'idea ce l'ha: "Quando alla guida di un'auto viene sorpresa una persona in stato di ubriachezza o dopo aver consumato stupefacenti si potrebbe pensare a una condanna ai lavori socialmente utili. Attività legate alla sua professione, certo, e nel rispetto della privacy, ovvio. Ma è evidente che se un professionista all'improvviso lavora per il Comune chiunque intuisce che cosa è successo".

LE ISTITUZIONI - Dunque questa strada non è percorribile?

"Lo è invece, perché la sanzione spaventa, è un efficace deterrente: se il rischio è quello di dover fare lavori socialmente utili per il Comune ci si pensa mille volte prima di consumare droghe".

E ancora, Zedda pensa pure alle campagne sociali: "C'è un calo di attenzione sulle droghe e le malattie ad essa collegate. La mia generazione ha conosciuto un bombardamento di campagne istituzionali. Oggi nessuno ne parla più".

Così hascisc, marijuana e la rediviva eroina rendono fiorente lo spaccio e invivibili alcune zone.

Maria Francesca Chiappe

© Riproduzione riservata