Casa abusiva da sgomberare, il proprietario prova ad abbatterla con la ruspa: tensione a Medau Su Cramu
Provvedimento dopo una lunga vicenda giudiziaria iniziata nel 2002: scene di disperazione in via della Fauna, con carabinieri e 118. L’assessore all’Urbanistica di Cagliari: «Zona a tutela integrale, ma aiutiamo la famiglia»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Casa abusiva e pignorata. E quando l’ufficiale giudiziario si è presentato con i carabinieri, per la liberazione dell’immobile, il proprietario lo stava abbattendo con una ruspa.
Si sono vissuti momenti di altissima tensione questa mattina in via della Fauna, a Medau Su Cramu, a Cagliari, rione nato – senza autorizzazioni – all’interno del parco di Molentargius. Un epilogo – forse – di una vicenda che viene da lontano.
Marcella Corda aveva acquistato nel 2002: «Dopo aver visto l’annuncio della casa in vendita abbiamo seguito tutte le procedure per l’acquisto e chiesto un mutuo alla banca», ricorda. «Un consulente tecnico ha accertato che era tutto in ordine, il notaio ha fatto svolgere le sue perizie e anche la banca con un altro perito, tutto a nostre spese. Dopo l’acquisto presentiamo domanda al comune di Cagliari per iniziare i lavori di ristrutturazione. Nell’ottobre 2002 prendiamo possesso dell'abitazione. Per vari motivi familiari abbiamo poi deciso di vendere e di ritornare a vivere in città».
A questo punto nascono i problemi. «Abbiamo incaricato un’agenzia immobiliare che, dopo tutti i rilievi e controlli ci comunica che la casa è abusiva e non si può vendere. Ma quando l’abbiamo comprata nessuno aveva accertato le irregolarità, compreso il notaio». Da qui inizia l’odissea. «Ci siamo rivolti a una banca e ci eravamo messi d’accordo con i venditori per procedere alla nullità dell’atto. Ognuno si sarebbe ripreso i soldi. Ma nell’estate 2013 è arrivato l’ufficiale giudiziario che ci ha comunicato un pignoramento sulla casa. Ho pensato a uno scherzo. Ci siamo rivolti a vari avvocati. Nel 2016 il giudice facendo delle verifiche ha scoperto che c'erano già state due ordinanze di demolizione, una nel 1983 e un’altra nel 1985».
Ricorsi e controricorsi hanno portato a rinvii fino a oggi. Prima la discussione con i carabinieri, poi il compagno della Corda che si mette a terra, per protesta, mentre era stata già abbattuta parte dell’immobile: «Ce lo ha imposto il giudice», ha detto Corda ai militari.
In via della Fauna questa mattina è intervenuta anche un’ambulanza del 118, per assistere il proprietario che ha accusato un malore: è stato accompagnato al Brotzu per accertamenti sanitari, a causa di una crisi ipertensiva.
«Abbiamo appreso pochi mesi fa della triste vicenda della signora Corda e della sua famiglia e non possiamo che esprimere vicinanza umana per le difficoltà che stanno vivendo. È una storia dolorosa, che mette in luce quanto un acquisto incauto possa purtroppo avere conseguenze pesanti quando si tratta di immobili abusivi»: così l’assessore comunale all’Urbanistica, Matteo Lecis Cocco Ortu.
È importante chiarire che l’Amministrazione comunale non è mai stata proprietaria dell’immobile, sottolinea l’esponente della Giunta Zedda, «la vicenda giudiziaria che ha interessato l’immobile riguarda rapporti tra privati, banche, notai e procedure esecutive, ambiti che esulano dalle competenze dirette del Comune».
L’immobile si trova all’interno del Parco naturale regionale Molentargius–Saline, «un’area riconosciuta come zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, habitat di specie protette come i fenicotteri rosa. Qui vigono vincoli paesaggistici, vincoli di inedificabilità assoluta, e le norme istitutive del Parco che vietano nuove edificazioni e impediscono la sanatoria di costruzioni abusive. Come amministrazione», conclude, «stiamo facendo quanto è possibile, nei limiti delle nostre competenze, per accompagnare la famiglia e affrontare la situazione nel rispetto della legge. Al tempo stesso siamo chiamati a tutelare il bene comune: la salvaguardia del territorio e il contrasto all’abusivismo edilizio, in particolare a quello totale, che è da anni al centro anche dell’attenzione della Procura e dei tavoli tecnici di Regione e Comune».
Enrico Fresu