Cagliari, una vittima dello scippatore seriale: «Ritrovata la catenina ricordo di mia figlia: grazie alla polizia»
Paola Cocco, 61 anni, era stata rapinata in via della Pineta: «Non ci speravo più, chi ha subito un’aggressione simile si presenti in Questura, io mi sono sentita protetta»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Grazie. Grazie alla polizia, a tutti gli agenti della squadra Mobile e delle Volanti della Questura che hanno indagato. E grazie anche all’Unione Sarda: l’articolo sul mio appello con la richiesta di aiuto credo abbia dato nuovo impulso alle ricerche del responsabile». Paola Cocco, 61 anni, è una delle vittime dello scippatore seriale arrestato ieri a Cagliari: è considerato responsabile di almeno quattro rapina in danno di anziane, messe a segno in centro città tra il 19 e il 28 maggio. Ma il sospetto è che abbia colpito almeno una decina di volte.
I gioielli sequestrati dalla Squadra mobile (foto polizia)
La sessantunenne era stata seguita e, quando era scesa dal bus in via della Pineta, il rapinatore le aveva strappato la catenina dal collo. Un ricordo della figlia, la cui foto era nel ciondolo.
«Non ci speravo», racconta adesso la donna, che aveva presentato denuncia poche ore dopo aver subito l’aggressione, «ma dopo che il mio appello per avere informazioni sulla catenina sono stata subito contattata da tanti che mi hanno manifestato solidarietà ma anche dalla Questura. Mi hanno invitata a riferire elementi utili per le indagini», aggiunge.
Poi era sceso il silenzio. «Ma poi è arrivata una chiamata dalla polizia: avevano preso il rapinatore e tra gli oggetti recuperati c’era la mia catenina. Quando l’ho rivista mi sono commossa, gli agenti mi hanno abbracciata e consolata. Non posso che ringraziarli».
Paola Cocco si fa promotrice di un messaggio: «So che altre vittime sono state contattate e hanno recuperato ciò che era stato rubato. Ma la polizia ha recuperato anche oggetti i cui proprietari non sono stati identificati: se qualcuno ha subito il furto, e magari non si è ancora fatto avanti, si avvicini in Questura. Io mi sono sentita protetta dalle forze dell’ordine».
(Unioneonline)