Il diario di bordo dice “giorno tre”, la rotta è già tracciata: «Non contro la scuola, ma per la scuola». Gli studenti del Liceo classico Siotto, a Cagliari, proseguono con l’occupazione dell’istituto, a caccia di un seme che possa germogliare negli anni a venire. La mobilitazione sembra quasi fuori stagione, lontana dal vento invernale che tradizionalmente accoglie le autogestioni: «Farla in questi giorni», spiega uno dei rappresentanti d’istituto, Niccolò Dessì, «chiarisce quanto ci teniamo. Sono giorni complessi, con gli esami che si avvicinano: questo rafforza la nostra volontà di esprimerci».

I ragazzi parlano di una situazione critica, che riguarda la struttura: «Ci sono infiltrazioni importanti in diverse ali dell’edificio» prosegue Niccolò. «Poi c’è la palestra, da tempo inutilizzabile, perché occupata da banchi e sedie che non sono di proprietà della scuola». Così gli studenti sono costretti a svolgere le ore di educazione fisica all’aperto: poco male in primavera, ben più problematico in inverno. Quanto e con quale forza le criticità siano avvertite, è evidente dalla massiccia partecipazione all’occupazione: solo due classi del Siotto hanno proseguito le lezioni regolarmente, dissociandosi da una protesta che ha trovato un appoggio anche dai professori. 

Ma la struttura non è l’unico disagio che ha portato i ragazzi all’extrema ratio: «Da settimane», racconta un’altra rappresentante, Margherita Mereu, «il nostro liceo è sotto l’attacco di un gruppo neofascista». Lo striscione di inizio mese è solo l’ultimo di una serie di episodi che ha coinvolto l’istituto: «Prima è comparso uno sticker, attaccato al numero civico», dice Margherita, «poi il profilo social dei rappresentanti ha ricevuto pesanti minacce, come “vi verremo a trovare”». Una pericolosa escalation che ha spinto ad intervenire anche il preside, Aldo Pillittu: «Ha scritto una bellissima circolare», dicono ancora i rappresentanti, «con un inno alla libertà e alla Costituzione». Tutt’ora gli studenti non riescono a spiegare appieno il motivo per cui il Siotto sia stato preso di mira: «Forse perché la nostra è una scuola inclusiva e, da sempre, dichiaratamente antifascista».

E questo spirito si legge e si intuisce anche dai cartelloni che i ragazzi stanno componendo durante le ore di autogestione: una delle tante attività svolte in questi giorni dagli studenti, che stanno vivendo la scuola ventiquattro ore su ventiquattro: «Torniamo a casa solo per la doccia». Nell’arco del giorno, però, tanto sport all’aperto, aule studio, giochi da tavolo e di ruolo, ma anche un luogo di confronto per i ragazzi che stanno preparando il test di medicina. Non solo, i quattro rappresentanti – gli altri sono Fabio Argiolas e Federico Zanda – tengono conferenze da 40 minuti per dare qualche dritta ai loro “successori”: «Un ruolo delicato e sottovalutato». Guardando i loro occhi e ascoltando la loro determinazione, c’è da credergli. 

© Riproduzione riservata