Cagliari, lo scrittore agli alunni: «Mi prendevano in giro perché gay». E 5 bimbi raccontano in lacrime le loro storie
Corso in una scuola media, Saif ur Rehman Raja mostra un video nel quale veniva messo in mezzo perché ballava la danza del ventre. Gli alunni prendono la parola e si commuovono. Lui: «Dobbiamo ascoltarli»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Lui era stato preso in giro perché faceva la danza del ventre, a scuola, a 14 anni. «Ma possono esserci molti altri motivi che ci hanno reso oggetto di mira nella nostra vita». Saif ur Rehman Raja, scrittore nato in Pakistan 30 anni fa e trasferito in Italia a 11, laureato in Pedagogia, l’ha detto davanti agli studenti di una scuola media di Cagliari, dove è stato chiamato a tenere un corso, organizzato dal Progetto Accresce. Ed è come se avesse aperto una breccia: prima uno, poi altri quattro alunni hanno raccontato le loro esperienze difficili. Davanti a tutti. Una era così provata che non è riuscita a tirare fuori tutto ciò che le ribolliva dentro. «Penso che i ragazzini abbiano necessità e forte esigenza delle orecchie di noi adulti», ha spiegato, «hanno bisogno di essere ascoltati. Di essere visti. Notati. Apprezzati».
Raja ha scritto un post per raccontare l’esperienza in un istituto cagliaritano. Lui, omosessuale, è l’autore del libro “Hijra”, che ha presentato al festival Pazza Idea di Cagliari: si sente «un apolide involontario, senza un paese che lo accolga e senza una famiglia che lo riconosca perché omosessuale, o come dice il padre, un hijra, un mezzo uomo da virilizzare a forza di botte».
Nella scuola del capoluogo ha parlato del suo romanzo: «Ho mostrato un video di me a 14 anni in cui ballavo la danza del ventre in pubblico. Dietro di me, in quel video, si vedono i miei compagni di scuola che, uniti, si girano di spalle, si toccano l’orecchio destro per rimarcare la mia omosessualità».
Ha detto ai ragazzini davanti a lui «che nel mio caso era stata la danza del ventre a rendermi oggetto di mira, ma possono esserci molti altri motivi che ci hanno reso oggetto di mira nella nostra vita. Un alunno ha alzato la mano e ha detto che i suoi parenti vogliono che si tagli i capelli e che faccia il maschio, non la femminuccia. Dall’emozione, si è messo a piangere davanti a tutti. Oltre a lui, altri 4 alunni/e hanno pianto dopo essersi espressi».
Il post si chiude con una riflessione: Raja pensa che i ragazzini debbano essere «accompagnati senza porre sulle loro spalle in crescita libera il peso delle nostre adulte convinzioni».
Enrico Fresu