Benvenuti a Cagliari, una città nemica degli automobilisti
Il commento del direttore Emanuele Dessì: dai cantieri infiniti ai parcheggi che spariscono. Il caso dei multipianoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Di male in peggio. Caos chiama caos in una città, Cagliari, che sembra avere – nella mente di chi la amministra, politici e burocrati - un nemico dichiarato: l’automobilista. Gli incidenti stradali sono figli dell’imponderabile, anche se lo stress da abitacolo una qualche concausa dovrà pur avercela. Non si chiude un cantiere e se ne aprono altri dieci. Evviva la spesa dei soldi pubblici (nostri), evviva le strade che brulicano di bulldozer e di operai. Pochi ovunque, in verità, anche per la scellerata normativa (qui chi governa le città non c’entra nulla) degli appalti a massimo ribasso, che impedisce (forse) di fare i lavori la notte (vedi i dossi nelle strade più a rischio). O magari semplicemente per la mancata verifica del rispetto del capitolato. Manca un coordinamento, una regia? O forse c’è, e questo sarebbe preoccupante.
Una città nemica degli automobilisti, dicevamo. Marciapiedi che si dilatano - non si capisce bene per quali folle di pedoni - e, di riflesso, parcheggi che spariscono. Tutto questo mentre i multipiano restano chiusi: via Caprera, via Sauro. Apriremo a gennaio, promettevano dai Palazzi. Sono chiusi. E il parcheggio della stazione, circondato da una viabilità rivoluzionata tre anni fa aspettando un trenino chiamato in pompa magna metropolitana? Un inferno, con entrata e uscita sulla stessa strada. In una città normale qualcuno lo avrebbe chiuso per giusta causa: la sicurezza, soprattutto il sabato sera, è una barzelletta. Nessuno vede, nessuno provvede, nemmeno le forze dell’ordine, in altre circostanze severissime.
Manca una visione, o magari c’è. Forse è questa: andate a piedi o prendete un autobus. Spostatevi in bici o montate su un monopattino. O prendete – chissà quando – la mitica metropolitana, un progetto vecchio di trent’anni.
Serve un progetto, serve una svolta culturale, serve il dialogo. L’auto, piaccia o no, farà parte della nostra quotidianità ancora lungo. Non serve portare da due a dieci metri la larghezza di un marciapiede. Così come non aiuta la sicurezza stradale piazzare paletti metallici in ogni dove, una trappola pericolosa. Benvenuti a Cagliari.
Emanuele Dessì