B&Bunker: ospitalità, ristoro e bike-sharing nei vecchi fortini
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Lo hanno battezzato B&Bunker, e la prima "b" può significare bed, ma anche bar, beer, bike, boat, beauty. Il progetto sta prendendo forma, vuole valorizzare in chiave turistica le fortificazioni militari disseminate per l'Isola, l'idea è dei Riformatori e l'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu si è detto "favorevolissimo".
IL PROGETTO - "Stiamo scrivendo una proposta di legge", spiega il consigliere regionale Luigi Crisponi, che sarà il primo firmatario. "L'obiettivo è proteggere e valorizzare i bunker con fini di turismo sostenibile, naturalistico ed escursionistico. Se recuperati, questi manufatti potrebbero dare impulso all'imprenditoria giovanile con la creazione di punti di ospitalità, piccolo ristoro, osservazione naturalistica, esposizione di raccolte di storia e memoria militare. Abbiamo un'eredità culturale che se adeguatamente valorizzata potrebbe dare benefici all'economia locale, diffondendo allo stesso tempo una cultura di pace e pacifica convivenza fra i popoli".
Nel corso della seconda guerra mondiale, - spiega la relazione che accompagna il provvedimento - in previsione di uno sbarco delle forze anglo-americane, in gran parte delle coste della Sardegna furono costruiti una serie di capisaldi fortificati. Si ipotizzò che lo sbarco della flotta nemica sarebbe stato tentato nella costa sud e nord occidentale dell'Isola, verso il Golfo di Cagliari, del Sulcis e di Oristano e verso le rade di Alghero, con qualche ulteriore rischio per gli approdi di Porto Torres, dell'Asinara e di parte della Gallura.
Per questo, si creò una linea difensiva costiera con centinaia di bunker e batterie d'artiglieria, lungo la costa e nell'interno. Ancora oggi - prosegue il documento - dopo oltre 75 anni dalla costruzione, bunker e fortificazioni hanno vinto la sfida del tempo e come sentinelle silenziose, seppur nel totale abbandono, si sono mantenute in buono stato di conservazione, protette fra arbusti, dirupi, radure aperte fino al mare. La maggior parte sono "incredibilmente integrati nel paesaggio e nell'ambiente, spesso invisibili a occhio nudo e comunque mimetizzati fra rocce e macchia mediterranea".
La tecnica di costruzione dei fortini militari era sempre la stessa: in calcestruzzo, con uno spessore tra sessanta centimetri e un metro, di forma rotonda, a cupola, con una trincea circolare e aperture a bocca di lupo. Alcune varianti sono invece minuscoli edifici per l'alloggio dei soldati, il deposito delle derrate e delle armi, lo stoccaggio delle munizioni.
Nel progetto di legge - aggiunge Crisponi - "si evidenzia che la Regione incentiva l'acquisizione da parte degli enti locali di siti e altri immobili dismessi dal ministero della Difesa, istituisce l'elenco speciale dei B&Bunker e inserisce il 'prodotto' nei progetti di sviluppo dell'offerta previsti dal Piano strategico del turismo. Gli enti locali che vogliono acquisirli presentano domanda di contributo in conto capitale, con una relazione che indichi la destinazione d'uso, la finalità e il preventivo di spesa, e i bunker dismessi, una volta acquisiti dai Comuni, che ne manterranno la titolarità, saranno assegnati in concessione, oppure in affitto al costo simbolico di un euro a persone con non più di 40 anni".
L'ASSOCIAZIONE - "Una bellissima iniziativa, speriamo si realizzi presto", dice Laura Caria, presidente dell'associazione Archeo.mil, che dal 2011 si occupa di ripulire, difendere dai vandali e, se ci sono fondi, anche di sistemare porte, nei fortini soprattutto di Quartu e dintorni, una settantina di pezzi. "Organizziamo anche trekking, abbiamo le autorizzazioni per entrare nei terreni privati e aprire chiesette campestri solitamente chiuse, facciamo birdwatching e studiamo la nostra storia. Sono percorsi affascinanti, purtroppo per ora ce la dobbiamo cavare da soli, con il solo piccolo contributo che chiediamo ai visitatori". (cr. co.)