Su quelle alghe che fumano, o al massimo fanno qualche fiammella, i Vigili del fuoco svuotano un'autobotte quasi tutti i giorni. Le alghe a Giorgino continuano però a bruciare per un fuoco che vive sotto la superficie, e il giorno dopo riprende a formare il fumo.

Si va avanti così da una settimana: grandi quantità d'acqua gettata ogni giorno sulle alghe, ma il fumo non smette di uscire da sotto la sabbia. Impossibile risolvere il problema, se prima non si capisce qual è, ed è a questo punto che si trovano i Vigili del fuoco.

Dal Comando, fanno sapere che gli interventi per lo spegnimento delle alghe sono continui, ma che ancora si studia per individuare la causa che porta la spiaggia a darci il nostro rogo quotidiano. Si parla di autocombustione (la fermentazione delle alghe produce calore e il vento fa la sua parte), si ipotizza che qualcuno abbia accidentalmente appiccato il primo incendio che, unito alla fermentazione, lo fa continuare a vivere sotto la parte spenta dai getti d'acqua.

La Forestale non esclude che sotto le alghe ci sia una discarica di rifiuti che continuano a bruciare. "Non abbiamo strumenti operativi", chiarisce il comandante provinciale, Carlo Masnata, «per verificare che cosa provoca questi incendi».
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