"Il perdono? È troppo presto. Ma di certo provo tanta pena per Lukas, perché si è rovinato la vita con le sue mani".

Non c'è odio nel cuore della mamma di Alberto Melone, una donna piegata dal dolore per la perdita del suo unico figlio. "Avevo solo lui e ora non c'è più", mormora Mariella, nascosta dagli occhiali scuri, davanti all'agenzia funebre dove si è dovuta recare ieri mattina, insieme al marito Antonello, per scegliere la bara e i fiori più belli.

"Ce lo restituiranno mercoledì - riferisce con un accenno di sorriso, quasi si trattasse di una bella notizia - abbiamo già parlato con il vescovo. La funzione sarà nella cattedrale di Santa Maria". Giovedì potrebbe essere il giorno dell'ultimo saluto.

In questi giorni convulsi tantissime persone si sono strette intorno alla famiglia Melone. "La casa è sempre piena di gente - conferma Mariella - perché con il nostro lavoro ci conoscono in tanti e per fortuna siamo benvoluti".

Al Trico Bar di via Mazzini ci passa mezza Alghero. Impiegati, commessi, liberi professionisti e, di sera, pure la gioventù del posto, anche quella un po' fracassona.

"Sì, ma sono tutti bravi ragazzi - tiene a precisare la mamma di Alberto - così come lo era mio figlio. Svogliato a scuola, irrequieto, forse, ma simpatico, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Da qualche settimana stava frequentando una ragazzina di Sassari e lavorava volentieri al bar. Sembrava più sereno. Poi è successo quello che è successo".

"Li chiamano bulli, il branco, ma poi li vedi fragili, che scrivono lettere con i cuoricini. Per me sono come figli - continua Mariella - e in questi giorni mi sono stati sempre accanto. Non so come avrei fatto senza il loro affetto".

E Lukas? "Ha un carattere diverso, lui si sente già adulto. Quando mio figlio ha avuto dei guai era con lui. Ultimamente si frequentavano di meno, perché Alberto si era fidanzato. Ma una casa a disposizione è un richiamo troppo grande per i ragazzi. Immagino che la sera fossero tutti lì, da Lukas".

La pistola è il chiodo fisso del papà, Antonello Melone: "Cosa ci facevano quei ragazzini con una pistola carica? Cosa diamine stavano facendo? A me non convince questa versione del gioco. Ma non voglio nemmeno azzardare ipotesi. Mi sembra tutto una follia".
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