Sono quasi ventimila in più dal 2008, l'anno delle prime avvisaglie della crisi economica che in Sardegna ha cancellato 35 mila posti di lavoro. Mentre mariti, figli, fratelli sono finiti in cassa integrazione e non trovano un impiego, un esercito di donne - molte le casalinghe, tante quelle che hanno perso a loro volta lo stipendio, qualcuna giovane alla prima esperienza - tiene in piedi il bilancio familiare grazie a una busta paga di badante. Un lavoro che nell'Isola viene svolto prevalentemente dalle signore sarde, mentre nel resto del Paese - dove pure il numero delle collaboratrici familiari italiane è raddoppiato negli ultimi anni - il settore rimane monopolio delle immigrate.

In questi ultimi anni, spiega Lilli Pruna, docente di sociologia del lavoro all'Università di Cagliari, «sono state 30 mila le donne sarde che si sono messe alla ricerca di un lavoro e che hanno trovato un impiego nel settore dell'assistenza familiare ad anziani e disabili e in quello delle pulizie.
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