«Abbiamo ricevuto il tuo curriculum, aggiungimi su WhatsApp per parlare di lavoro». Il numero del chiamante ha il prefisso +39, quindi italiano. La voce è registrata ma, anche in questo caso, italianissima. E così inizia una truffa. 

In queste settimane è accaduto a tutti di sentire squillare il telefono, rispondere e ricevere l’invito a un guadagno che sembra essere facile. Non un grosso problema per chi non sta cercando lavoro, visto che capisce subito di non essere coinvolto. Ma tanti, tantissimi, sono in cerca di lavoro. E le tentano tutte pur di guadagnare. 

Lo schema della truffa

Ma che succede se ci si collega a whatsapp con il numero indicato? Si ricevono delle istruzioni. Il raggiro comincia con la spiegazione del lavoro: magari viene annunciato che basterà mettere dei like a dei video su YouTube e per ogni azione si riceverà una percentuale dell’introito dell’azienda. Oppure si chiede di esprimere un voto per determinati candidati ai più svariati concorsi. 

Solo che per farlo è necessario accedere a un link. E qui si aprono le porte della truffa: sono dei siti nei quali viene chiesto di inserire magari le proprie coordinate bancarie, me anche file dei propri documenti. Il gioco, per i truffatori, è fatto. Perché spesso dentro quel link si cela un virus e in quel momento loro hanno in mano tutto il necessario per prendere, anziché dare. 

Come difendersi

Diffidare di questi messaggi e non rispondere alle telefonate sospette. Non fornire mai informazioni personali o finanziarie a sconosciuti al telefono. Non cliccate sui link inviati tramite WhatsApp o SMS. Verificaee l’affidabilità dell’azienda o dell’organizzazione che offre il lavoro. Non inviate denaro a sconosciuti o a piattaforme di investimento online.  Proteggi i tuoi dati con cura. Non comunicare mai dati personali su richieste ricevute tramite messaggi, e-mail, al telefono. Proteggi i tuoi device da virus e malware. Non cliccare su link e non aprire allegati senza aver verificato l’autenticità della comunicazione. Infine bloccare il numero da quale siete stati contattati e, nei casi più gravi, segnalate quanto accaduto alla Polizia Postale.

Enrico Fresu

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