“Preferite la pace o il condizionatore acceso?”.

Il premier Mario Draghi è stato sufficientemente chiaro sulle prossime mosse del governo e su un sempre più probabile embargo di gas e petrolio provenienti dalla Russia: l'esecutivo potrebbe imporre una nuova austerity, come quella del 1973 dovuta alla crisi petrolifera, che inciderà molto sulle nostre vite.

La prima risposta del Parlamento alla crisi energetica arriva con un emendamento al decreto Bollette che impone lo  stop al condizionatore selvaggio negli uffici pubblici: la temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza, dal primo maggio al 31 marzo 2023. 

Una misura che consentirebbe di risparmiare tre miliardi di metri cubi di gas secondo i calcoli per gli impianti di riscaldamento fatti dai tecnici cui l'Esecutivo chiede consulenza.

Tra le misure che hanno avuto il via libera del governo c'è anche la semplificazione della procedura di installazione di un impianto fotovoltaico che viene estesa alle opere connesse, la destinazione alle piccole e medie imprese gasivore, come le vetrerie di Murano, di un terzo della produzione nazionale di gas a prezzi calmierati. Inoltre viene istituita la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, il 16 febbraio, “al fine - si legge nel testo - di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi, la messa in atto di azioni di condivisione e la diffusione di stili di vita sostenibili".

Ma non solo: tra le altre misure di austerity i sindaci potrebbero essere costretti a ridurre il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione, e nei condomini si potrebbe ritardare l’accensione della luce negli spazi condivisi. Ancora, auto ferme la domenica o limiti di velocità ridotti.

(Unioneonline/D)

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