Dazi, il Consorzio del Pecorino romano: «Misure urgenti, a rischio la tenuta del comparto»
«Questo clima di incertezza non ci permette di lavorare con serenità, con le tariffe al 30% ulteriore rallentamento. Non si ceda alla tentazione di abbassare i prezzi»(Ansa)
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«La tenuta del comparto è a rischio». Il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano Dop chiede misure «urgenti» a sostegno del settore dopo l’annuncio di dazi al 30% dell’amministrazione di Donald Trump.
«Probabilmente sarà l’ennesima notizia destinata ad essere rivista o modificata nei prossimi mesi. Tuttavia, questo clima di incertezza non ci permette di lavorare con serenità. Il dazio attuale al 10%, combinato con il cambio sfavorevole del dollaro, già penalizza il nostro export. Con un aumento al 30%, è inevitabile che le vendite subiscano un rallentamento, e questo ci preoccupa seriamente», è l’allarme lanciato da Gianni Maoddi, presidente del Consorzio.
Al momento, spiega Maoddi, «la nostra fortuna è che non abbiamo eccedenze produttive, che la produzione 2024 è stata completamente venduta e che la nuova produzione del 2025 è pronta per essere immessa sul mercato. Questo ci dà un minimo di margine operativo, ma non può bastare di fronte a un eventuale blocco o rallentamento consistente delle esportazioni verso uno dei mercati più strategici per il nostro prodotto».
Secondo il presidente del Consorzio «non bisogna cedere alla tentazione di abbassare i prezzi», perché «danneggerebbe tutto il comparto». Ed è necessario che la politica attivi gli strumenti a disposizione, «rilanciando il pegno rotativo e aiutando le aziende a sostenerne i costi». Ancora: «Riproporre i bandi destinati agli indigenti per alleggerire i mercati interni, finanziare un ammasso straordinario per immettere il prodotto in maniera graduale sul mercato e, perché no, valutare il ripristino dei premi all'esportazione che fino al 2004 hanno incentivato l'apertura verso nuovi mercati esteri. Attraverso questo sistema si potrebbe compensare l'effetto dei dazi».
Le aziende, conclude Maoddi, «non possono essere lasciate sole, soprattutto le più vulnerabili. E se il mercato Usa dovesse rallentare, molte realtà rischierebbero seri problemi. Non staremo a guardare: stiamo già portando avanti attività di lobbying, sia negli Stati Uniti che presso le istituzioni europee, per far comprendere l'unicità del Pecorino Romano Dop e l'importanza di tutelare un prodotto simbolo del made in Italy agroalimentare».
(Unioneonline/L)