Dopo Confindustria e la Commissione europea, anche Standard & Poor’s ha alzato le previsioni di crescita per l'Italia nel 2021 a +6,4% (dal 6% di fine settembre) e a +4,7% nel 2022 (da +4,4%).

L’agenzia di rating ha pubblicato un aggiornamento sulle stime relative all'economia dell'Eurozona per la quale, alla luce dell’aumento dei casi di Covid-19 e del possibile impatto sui consumi, ha confermato la previsione per il 2021 al 5,1%, mentre ha abbassato di un decimo quella per il 2022 al 4,4%, "nonostante un rialzo sorprendentemente forte nel terzo trimestre".

L'evoluzione della crisi pandemica è ancora incerta e ciò costituisce "un rischio per la nostra baseline macroeconomica", fanno sapere gli esperti di S & P.

A proposito invece dei “colli di bottiglia" nelle catene di approvvigionamento di materie prime, l’agenzia sostiene che dovrebbero diminuire gradualmente ma che aumenteranno al prossimo anno.

"La Germania è stata la più esposta a causa di un settore manifatturiero più grande e della sua lunga catena di approvvigionamento - si legge ancora nel report -. Grazie a settori più orientati al mercato interno e a pacchetti di aiuti, Francia e Italia si stanno riprendendo più rapidamente del previsto".

Per Berlino Standard & Poor’s prevede una crescita del 2,7% quest'anno e del 4,3% nel 2022, mentre per la Francia le proiezioni sono rispettivamente del 6,7% per il 2021 e del 3,8% il prossimo.

Infine, per quanto riguarda la Bce, gli economisti si aspettano che la Banca centrale europea non aumenterà i tassi prima del 2024.

(Unioneonline/F)

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