In Italia a novembre vola l'inflazione.

Secondo le stime dell’Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,8% su base annua (dal +3% del mese precedente).

L'Istituto nazionale di statistica ha spiegato che il carovita è legato soprattutto alla crescita dei prezzi dei beni energetici.

Accelerano rispetto al mese di ottobre i prezzi dei beni alimentari sia lavorati da +1% a +1,7% sia non lavorati da +0,8% a +1,5% e quelli dei servizi relativi ai trasporti da +2,4% a +3,6%.

L'inflazione di novembre ha raggiunto un livello che non si registrava da settembre 2008, analogamente a quanto sta avvenendo negli altri Paesi dell’Eurozona. I rincari si stanno facendo particolarmente sentire in Germania, dove l’indice è balzato al 6%.

Intanto, resta sostenuta la crescita dell'economia italiana: nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2020.

La crescita già acquisita nell'anno (ovvero quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell'anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla) sale così al 6,2%.

Secondo il Rapporto Svimez 2021 sull'economia e la società del Mezzogiorno, tra il 2021 e il 2024 il Pil al Sud crescerà del 12,4%, del 15,6% al Centro-Nord. Nel 2021 i valori si attesteranno a +6,8% al Centro-Nord e +5% al Sud. Dei quasi 15 punti di crescita previsti nel quadriennio, sette sono riconducibili al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alle politiche di bilancio alla crescita. Al Sud il contributo copre il 58,1% della crescita cumulata, contro il 45% nel Centro-Nord. 

(Unioneonline/F)

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