A ottobre si è registrato un notevole aumento dei prezzi alla produzione dell'industria, pari al 7,1% su base mensile e al 20,4% su base annua.

Lo rileva l'Istat, che ha spiegato che "la forte crescita dei prezzi" è spinta "dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici, particolarmente marcati sul mercato interno, dove si rilevano aumenti eccezionali per energia elettrica e gas".

"Anche la decisa accelerazione su base annua (+20,4%, da +13,3% di settembre) - ha fatto sapere l’Istituto nazionale di statistica - è in larga misura dovuta alla componente energetica; al netto di quest'ultima, i prezzi alla produzione dell'industria crescono dello 0,5% su base mensile e del 7,9% su base annua".

Analizzando i diversi settori economici, si sono registrati aumenti tendenziali diffusi a quasi tutti i comparti del manifatturiero.

Il rialzo più rilevante è quello relativo al comparto coke e prodotti petroliferi raffinati, dove i prezzi alla produzione sono salite del 47,9% per quanto riguarda il mercato interno, del 10,2% nell’area euro e del 71% nell’area non euro. Segue la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, con un aumento del 21,9% per il mercato interno, del 34,3% per l’area euro e del 25,3% nell’area non euro.

Le uniche diminuzioni riguardano prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici e computer, prodotti di elettronica e ottica (rispettivamente -1% e -0,9% nell’area euro).

Più contenuti i rincari alla produzione nelle costruzioni, sia per gli edifici sia per le strade: per quanto riguarda gli edifici residenziali e non residenziali l’aumento è dello 0,1% sui prezzi di settembre e del 4,5% su base annua, mentre per le strade e le ferrovie il rialzo è dello 0,2% in termini congiunturali e del 4,5% in termini tendenziali.

Nel terzo trimestre 2021 i prezzi alla produzione dei servizi sono cresciuti dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% su base annua. Gli incrementi tendenziali più elevati interessano i servizi di trasporto marittimo (+35,6%) e aereo (+9,3%), mentre le flessioni tendenziali maggiori riguardano i servizi di telecomunicazione (-4,6%) e i servizi postali e attività di corriere (-1,6%).

(Unioneonline/F)

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