Joe Biden fa sul serio.

In accordo con India, Cina, Giappone, Corea del Sud e Gran Bretagna, il presidente americano ha deciso di ricorrere alle riserve strategiche di petrolio del Paese, per far abbassare il prezzo del greggio e cercare di contrastare l’inflazione, salita al 6% nel mese di ottobre.

Biden ha autorizzato il rilascio di 50 milioni di barili di greggio, circa 2,5 giorni di consumi americani, lanciando di fatto una sfida all’Opec+, l’organizzazione dei principali Paesi produttori che, nonostante le sollecitazioni del mercato, non ha voluto accelerare l’aumento della produzione nel mese di dicembre.

Una mossa annunciata da tempo, che serve anche a ridare al presidente la popolarità crollata negli ultimi mesi.

Al momento la sua decisione non sta influendo sulle quotazioni del petrolio che, dopo un iniziale calo, stanno risalendo.

Ora si attende la reazione dell'Opec+: secondo alcuni analisti, però, il cartello non avrebbe alcun incentivo a rispondere all'iniziativa statunitense, che potrebbe avere alla base soprattutto motivi di carattere politico.

L’intento del presidente sembra infatti più che altro quello di mandare un messaggio ai cittadini, mentre si avvicinano le elezioni di metà mandato del 2022.

"Il caro-benzina è un problema e il rilascio delle riserve strategiche, il maggiore di sempre, aiuterà e farà la differenza", ha spiegato Biden, puntando il dito contro gli operatori del settore: "I prezzi alla pompa non calano anche se quelli all'ingrosso stanno scendendo. È inaccettabile che le aziende si mettano in tasca i guadagni".

L’alto costo del greggio sta colpendo i portafogli degli americani che si metteranno al volante in vista del Giorno del Ringraziamento e delle feste di Natale.

(Unioneonline/F)

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