#Un libro da scoprire: il fascino della Colombia in "Tierradentro", di Giulio Massobrio
L'anno è il 1948: Martin Davies è ancora un agente segreto al servizio di Sua Maestà britannica anche se ufficialmente fa il professore universitario. Ha trascorso buona parte del secondo conflitto mondiale e anche il primo dopoguerra a combattere e a dare la caccia ai nazisti ma ora comincia a essere stanco di intrighi, inganni, violenze. Non ne può più di nemici spietati e agguerriti e quindi medita di rifiutare l'incarico quando il governo inglese lo vuole reclutare per sventare un complotto nazista in Sudamerica. Difficile, però, sfuggire al proprio destino, soprattutto quando questo prende le sembianze della sorella di Martin, Chris, la quale è legata sentimentalmente al professor Thedor Kant, archeologo famoso scomparso misteriosamente nella foresta amazzonica della Colombia. E proprio la Colombia è il paese dove si stanno riorganizzando i nazisti. Martin deve allora prendere armi bagagli e mettersi al lavoro.
Alla sua terza avventura dopo "Rex" (2014) e "Autobus bianchi" (2016) Martin Davies, archeologo e agente segreto nato dalla fantasia di Giulio Massobrio, abbandona le tradizionali ambientazioni europee per spostarsi in una terra per lui sconosciuta e affascinante come la Colombia. È questo paese, infatti, il vero protagonista di "Tierradentro" (Bompiani, 2018, pp. 306, in uscita il 4 luglio) romanzo ambientato in un anno, il 1948, in cui la Colombia si trova nel pieno di una grave crisi interna, divisa tra Gaitán, leader del movimento populista, impegnato nel riscatto delle masse, e don Enrique Montoja, emblema mellifluo e violento dei grandi ricchi per nulla disposti a cedere privilegi. Ma perché un'ambientazione tanto fuori dagli schemi tradizionali per un romanzo che parte come una spy-story a base di servizi segreti e complotti nazisti? Lo chiediamo proprio Giulio Massobrio:
"Cambiare ambientazione dall'Europa al Sudamerica è stata all'inizio una scelta soprattutto simbolica. Volevo sottolineare come dopo la fine della guerra il mondo stesse cambiando e come il cambiamento si stesse allargando a tutti i continenti. In quel dopoguerra era in subbuglio l’Europa ma lo era anche il Sudamerica. Poi negli ultimi anni ho scoperto la Colombia durante alcuni viaggi e questo paese mi ha conquistato. E l'ho fatto diventare il palcoscenico delle vicende di Martin Davies".
Cosa l'ha conquistata della Colombia?
"Intanto è un paese straordinario, molto lontano dall'immagine che ne abbiamo abitualmente, quello della nazione dei narcos e via dicendo. Poi era il teatro ideale perché nel 1948, l’anno in cui si volge il romanzo, i nazisti c'erano veramente in Colombia e la loro presenza era stata segnalata al governo statunitense perché non molto lontano si trova il Canale di Panama, controllato dagli americani e fondamentale per i collegamenti tra Atlantico e Pacifico. Insomma c’era la premessa perché Martin Davies cominciasse la tradizionale caccia ai nemici di sempre. Poi, però, le cose andranno diversamente".
Cosa cambia per Martin passando dall'Europa alla Colombia?
"Si trova in un mondo di cui non conosce le coordinate, dove i nemici non sono quelli con cui è abituato ad avere a che fare, ma sono altrettanto pericolosi e insidiosi. Involontariamente poi Martin si trova coinvolto nelle vicende storiche della Colombia. Nel libro troviamo infatti personaggi reali che incrociano la ricerca di Martin, come Fidel Castro, allora giovane agitatore politico, Gabriel Garcia Marquez, il generale Marshall, segretario di stato degli USA, e l'avvocato Gaitán, leader del movimento populista, il cui assassinio causò le violenze dell’aprile 1948, il cosiddetto 'Bogotazo', che mise a ferro e fuoco la capitale colombiana. Il protagonista dovrà lottare duramente per salvare la sua vita e quella di Carmen Luz, la donna che ha scoperto di amare".
Cos'è Tierradentro?
"È il nome di uno dei luoghi più magici del mondo, il luogo nel quale i conquistadores spagnoli non osarono arrivare e, per questo, lo chiamarono con questo nome affascinate e misterioso: Tierradentro. È uno dei luoghi più importanti tra quelli legati alle civiltà precolombiane e l’ho scoperto visitando un museo, il Museo del Oro di Bogotà, una istituzione dove si coglie molta attenzione allo studio delle culture più antiche del Sudamerica. Sono stato molto colpito dagli usi di quei popoli che hanno abitato il Rio delle Amazoni, le Ande: per esempio prima di insediarsi in un luogo negoziavano la cosa con gli spiriti del luogo, un’usanza che mi è parsa di una modernità assoluta":
Cosa accade a Martin in un luogo come Tierradentro?
"Quello che potrebbe accadere a ognuno di noi. Alla fine non gli resta che lasciarsi andare alla magia che arriva da un passato remoto, da riti ancestrali attingendo alla saggezza di popoli scomparsi che sapevano negoziare con la natura la vita di tutti i giorni".
Fine della carriera per il nostro agente segreto?
"L'idea era di fare una trilogia dedicata al personaggio di Martin Davies. Ora non lo so se la sua carriera letteraria sia finita, davvero non lo so. Mi pare che ora sia placato, che il personaggio abbia seguito un iter che lo ha portato alla fine a ritrovare se stesso. E per una spia ritrovare se stessi, non essere più immersi nell'inganno, è una fregatura".