Un amore a Londra, nei nostri anni Venti
Il romanzo di Marco Varvello ambientato nel tempo complicato che stiamo vivendo
In una notte d’inverno George, autista di TIR, viene minacciato da una pistola nel porto di Belfast, dove aspetta l’ora della traversata per l’Inghilterra. Senza volerlo si ritrova coinvolto nel rapimento di un funzionario della dogana da parte di un gruppo di terroristi irlandesi. Per George è come tornare nel passato, è il destino che bussa nuovamente alla porta per lui, figlio di nordirlandesi. La sua vita improvvisamente si complica, anche se semplice non è mai stata. Ex tassista a Londra, George è un uomo amareggiato, arrabbiato eppure integro, “un inglese con la schiena dritta”, naturalmente conservatore, naturalmente pro Brexit. Eppure, ha un legame con Allegra, la donna più diversa da lui che possa esistere. Allegra, che dopo le scuole giuste è diventata giornalista arrembante del “Sunday Times” e di Brexit scrive sia correndo al seguito dei politici a favore, sia immergendosi tra il popolo, nei paesi della provincia dura. La loro relazione unisce le loro rabbie, le loro asperità, i reciproci carichi di nodi irrisolti. È una relazione che si nutre di segretezza nei mesi sospesi della pandemia e che si svolge in un nido, un rifugio fuori da tutto in cui possono essere sé stessi per qualche ora, qualche notte. Ma fino a quando potrà durare? Quando la Londra dei nostri anni Venti - deserta e complicata, lanciata verso il domani, ma incapace di chiudere con il passato - presenterà il conto?
Ritratto secco e impietoso di una città, di un mondo e del tempo che stiamo vivendo “Londra anni Venti” (Bompiani, 2022, pp. 228, anche e-book) ci racconta la storia struggente di due persone che per credere nel futuro devono fronteggiare il cambiamento radicale del loro Paese.
All’autore del romanzo, Marco Varvello, giornalista e corrispondente da Londra del Tg1, chiediamo di introdurre il suo libro in poche parole:
“Racconto una storia d’amore, improbabile, anzi pressoché impossibile in tempi normali. Ma questi nostri anni Venti, quelli che stiamo tutti vivendo adesso, non sono tempi normali. Tanto più Oltremanica dove oltre a Covid e alla guerra era avvenuta ben prima anche la Brexit, l’uscita del Paese dall’Unione europea dopo quasi mezzo secolo. Un vero terremoto. Chiunque viva da queste parti, come anche moltissimi italiani (tra cui un gran numero di sardi!), lo respira e sperimenta tutti i giorni. Così la storia d’amore tra Allegra e George, i due protagonisti, come tutte le vicende umane e personali, non si snoda in un vuoto fatto solo di romanticismo e poesia ma fa i conti con quello che succede attorno a loro. Nella piccola storia di una coppia travagliata cerco di raccontare la storia e i cambiamenti epocali di questo inizio di decennio. Abbiamo tutti studiato le vicende degli anni Venti di un secolo fa: effervescenti, creativi, turbolenti tra le due guerre mondiali. Ma anche i nostri contemporanei anni Venti non scherzano!”.
Come definirebbe il Regno Unito di questi anni Venti?
“Un Paese più chiuso in sé stesso, che ha staccato molti legami con il Continente: basti pensare agli scambi di studenti tramite programmi europei tipo Erasmus, da cui Londra si è ritirata uscita. Il Regno Unito è diventato così un po’ più ‘isolano’, un termine che probabilmente voi sardi conoscete bene”.
Nel libro emerge una Gran Bretagna molto divisa al suo interno, anche smarrita e alla ricerca di certezze. La Brexit pare aver accresciuto questa confusione interna, c'è il rischio che la società britannica imploda?
“La Gran Bretagna è divisa e disorientata, nonostante il Premier Johnson sembri il comandante in capo, sempre ottimista e spavaldo. La scelta di uscire dall’Unione europea ha separato famiglie e rotto amicizie. Il risultato del referendum nel 2016 ha segnato una spaccatura non solo tra Europeisti e anti Europeisti, ma anche tra giovani e anziani, tra campagna e città, tra Nord (povero) e Sud (ricco), tra Scozia e Inghilterra e così via. Sono ferite che si vedono, anche nella storia d’amore tra Allegra e George. In ogni caso nei momenti di crisi come la pandemia prima e la guerra in Ucraina poi prevale il senso nazionale. I disastri del Covid hanno mascherato quelli della Brexit e la solidarietà all’Ucraina prevale ora su tutto. In fondo Johnson è un uomo fortunato: ha potuto scaricare all’esterno tante tensioni e squilibri della società britannica”.
Esiste una speranza di condivisione - della loro vita, ma anche legata all'appartenenza alla medesima patria - per Allegra e George?
“La pandemia ha ricordato a tutti quanto fragile sia la nostra vita, quanto preziosa. Allegra e George si buttano anche per questo uno nelle braccia dell’altro. Si amano nonostante siano così diversi. Provengono da mondi distanti ma si ritrovano, appassionati e incuranti del giudizio altrui. Come ogni sentimento forte riescono ad amarsi quando non si fanno condizionare dagli altri, familiari o presunti amici. Solo facendosi sorprendere dall’amore inatteso, non soffocandolo con convenzioni e stereotipi possono continuare a condividere la vita. Ce la faranno? Occorre arrivare alla fine del mio romanzo per saperlo”.
È un a mia impressione o le sue maggiori simpatie vanno a George, come essere umano e non tanto come militante politico?
“Nella sua rude semplicità George rimane fedele a sé stesso. Come molti ha votato per la Brexit credendoci davvero e sperando in un futuro splendido. Rimane deluso ma ha combattuto quella che pensava essere la giusta battaglia. Allegra, invece, ha sposato la causa antieuropea per opportunismo. Per fare carriera. Come tanti. Solo alla fine riscoprirà la propria dignità personale. Ma forse sarà tardi, chissà. Per questo George risulta più simpatico? Spetta al lettore dirlo”.