È stato un 2020 da dimenticare per il Nuraghe Santu Antine di Torralba, uno dei siti archeologici più importanti del Meilogu e della Sardegna. Se nel 2019 si sono registrate quasi 50mila presenze, lo scorso anno se ne sono registrate circa la metà. Colpa, ovviamente, del coronavirus e delle conseguenti chiusure imposte dalle norme regionali e ministeriali.

"È stato un anno davvero pessimo - ha dichiarato il presidente della cooperativa La Pintadera che gestisce il sito, Maria Grazia Gambella -. Basti contare che a giugno, dopo la riapertura di maggio, siamo scesi dalle 6mila presenze alle 800 persone, a luglio abbiamo lavorato al 50%. Gli unici mesi in cui ci siamo salvati sono stati agosto e settembre, ora la richiusura ci ha nuovamente troncato le gambe. Sono del parere che chi di dovere ci doveva salvaguardare di più".

Sono mancate anche le visite durante l'inverno, dove si registrava una media di 700-800 persone al mese. "Non possiamo far conoscere il sito attraverso foto o video sui social - ha aggiunto Gambella -. Abbiamo bisogno delle visite delle persone. Per quest'anno speriamo di ritornare ai livelli del 2019, che è stato fantastico". C'è preoccupazione anche per le vacanze pasquali: "Credo che saranno come quelle dell'anno scorso - ha concluso Gambella -, cioè di chiusura".
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