Pittura, lo sguardo degli artisti sardi sul mondo esotico tra Ottocento e Novecento
Il fascino della scoperta dei luoghi esotici da parte dei pittori sardi.
È l'originale e inattesa prospettiva che guida l'allestimento della mostra "Altri esotismi. Artisti sardi e Orientalismo".
L'inaugurazione è fissata per il 2 marzo, alle 18, nell'Ex Convento del Carmelo - Museo dell'arte del Novecento di Sassari. Parte del percorso "Arte condivisa in Sardegna" ideato dalla Fondazione di Sardegna, realizza "un viaggio lungo 100 anni tra palpiti insurrezionali, politica coloniale e pittori viaggiatori, attirati da nient'altro che dal mito di terre vergini e sconosciute".
Il pubblico potrà quindi osservare le opere che ruotano attorno al tema e che sono state realizzate dai protagonisti dell'arte sarda tra Ottocento e Novecento.
Si tratta di Giovanni Marghinotti, animato dal sogno risorgimentale della patria libera e redenta, di Giuseppe Biasi, che fu in Nord Africa tra il 1924 e il 1927, di Marius Ledda, pittore cagliaritano cronista di guerra a Tripoli durante gli anni dell'invasione della Libia (1911-1913), di Melkiorre Melis, Cesare Cabras e Mario Delitala.
La mostra realizza così anche un excursus nella storia nazionale: parte dall'Unità d'Italia, passa attraverso l'avventura imperialistica voluta dal Fascismo e giunge sino alla Seconda guerra mondiale.
Le opere d'arte si accompagnano alla documentazione e agli scatti fotografici del sassarese Giacomo Agnesa, figura importante dell'Italia coloniale.
Completano l'esposizione il bestiario di bronzo di Albino Manca e i raffinati e preziosi costumi di scena del tenore Bernardo De Muro, opere d'arte concepite da Luigi Sapelli, mago del teatro italiano e della grande "Casa d'Arte Caramba".
La mostra, visitabile sino al prossimo 15 giugno, sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.