Chiunque ha figli piccoli sa che uno dei momenti più complessi della giornata è quello della nanna. Appena si parla di dormire la maggior parte dei bambini e delle bambine ritrova energie impensabili, costringendo i genitori a tour de force serali e notturni che metterebbe a dura prova la pazienza di un santo. Si ricorre allora a tutte le tecniche e a tutti i trucchi, alle blandizie così come alle minacce, pur di vedere gli occhietti chiudersi in un bel sonno prolungato.

La grande domanda è, allora: come evitare ore di battaglia nel momento in cui viene l’ora di andare a letto e il pargoletto o la pargoletta non ha voglia di dormire?

Arianna Techel, mamma ed educatrice nel volume "Non ho sonno” (Albe Edizioni, 2021, pp. 28) ci mostra, illustrazione dopo illustrazione, il segreto per far prendere sonno anche ai bambini più agitati: divertirsi con i colori e con le storie, perché giocare con la mamma (e anche con il papà) è meraviglioso e l’arte e la bellezza danno pace e serenità.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Ad Arianna Techel chiediamo da dove nasce la scelta di scrivere e illustrare un libro dedicato al tema del sonno e delle difficoltà legate:

“Il punto di partenza è la mia esperienza personale. Mia figlia ha sempre fatto fatica a dormire e io stessa ho problemi di insonnia. Grazie al percorso di arteterapia che sto facendo da un po’ mi sono resa ancora più conto quanto sia importante non spaventarsi per l’agitazione che ci prende quando cala il buio, ma provare a darle voce, trasformarla, vederla, incontrarla. Nel momento in cui si riesce a dare voce a questa preoccupazione, allora l’ansia si scioglie e il sonno arriva”.

Ma come possiamo dare voce a questa preoccupazione?

“Io propongo di prendere un bel foglio bianco, una matita, dei colori e disegnare, meglio con la propria mamma. Mettersi tranquilli e dare libero sfogo alla propria fantasia e creatività. In questo modo ‘il mostro” che impedisce a tanti bambini di chiudere gli occhi e dormire, quel mostro che sono le ansie e le paure, diventa meno ‘mostruoso”. Nel disegno cambia di aspetto, diventa meno inquietante. Soprattutto se accanto si ha la mamma o il papà, qualcuno che avvolge, che accoglie la paura mentre si disegna”.

Lei è madre di tre bambini e lavora come educatrice con i più piccoli. Le dicono mai di cosa hanno paura nel momento della nanna?

“Parlano di mostri cattivi che non ne vogliono sapere di andarsene dalla stanza. Teniamo presente che per i più piccoli è complicato verbalizzare ansie e paure. Magari durante il giorno hanno accumulato preoccupazioni e queste saltano fuori la sera, sotto forma di un essere terrificante che si trova sotto il letto. L’unica è provare a liberare queste preoccupazioni, sciogliere il nodo che impedisce di lasciarsi andare al sonno. Con il disegno, i colori, la narrazione il nodo può sciogliersi. Certo, non sempre, però in tanti casi funziona!”.

Un'illustrazione tratta dal libro (immagine concessa)
Un'illustrazione tratta dal libro (immagine concessa)
Un'illustrazione tratta dal libro (immagine concessa)

Che ruolo hanno i colori nelle sue illustrazioni?

“Sono fondamentali, sia quando disegno per un libro, sia quando lo faccio per rilassarmi. Nel mio libro volevo raffigurare una bambina energica e quindi ho usato colori forti, come il rosso e il viola. Poi c’è l’azzurro e il blu che rappresentano il legame con la notte, un legame che ho raffigurato come una corda che accompagna la bimba del libro verso un sonno sereno”

Quando progetta un libro parte dai testi o dai disegni?

“Intanto mi ispirano le situazioni che vivo quotidianamente come mamma di tre bambini ed educatrice. Osservo moltissimo quello che fanno i più piccoli e ne traggo materiale prezioso. Poi parto sempre dalle illustrazioni, da flash, immagini che mi vengono in mente. In questo modo trovo dei ‘fili’ immaginari che si tessono tra di loro. Le parole arrivano per ultime, quando i nodi si sono sciolti, arrivano naturalmente…come il sonno quando si disegna”.

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