Scene che il mondo sperava di non dover rivedere mai più.

Come ai tempi della seconda guerra mondiale, in vista dei possibili bombardamenti da parte delle forze russe la statua di epoca medievale del Cristo Salvatore è stata rimossa dalla cattedrale armena di Leopoli e portata al sicuro in un bunker, così come altre inestimabili opere d’arte della città.

Lo hanno deciso le autorità comunali, in cooperazione con le realtà del territorio, per proteggere il patrimonio architettonico e artistico della città. Non solo: molte statue sparse in giro per le piazze sono state “impacchettate” come protezione da eventuali onde d’urto.

Mentre l’est del Paese brucia, Leopoli è la roccaforte dell'ovest: volto asburgico, cuore ucraino, è diventata una capitale per caso, con pezzi dell'apparato statale in stand-by, pronti ad attivarsi se Kiev cade, e la crema della diplomazia mondiale impegnata a ricostruire le missioni.

E’ qui che si fermano i profughi in fuga dalla guerra e diretti verso la Polonia, è questo il quartier generale della resistenza, il centro di smistamento degli aiuti europei. I bar e i ristoranti sono aperti, così come le farmacie, i supermercati e i negozi: si respira un’aria completamente diversa dal resto del Paese. Ma in tanti hanno paura che non durerà.

(Unioneonline/D)

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